Zecche infette e Tbe precoce: Trentino sorvegliato speciale

Primi casi di Tbe e zecche infette in aumento. In Trentino 1 zecca su 4 veicola agenti patogeni.

Il primo aggiornamento stagionale 2025 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sulle arbovirosi evidenzia un’Italia sempre più esposta alle malattie trasmesse da vettori come zecche e zanzare, complice il cambiamento climatico. Tra le aree più a rischio, il Trentino si conferma sorvegliato speciale.

Secondo il sistema nazionale di sorveglianza coordinato dall’ISS, tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2025 ci sono stati 5 casi di encefalite da zecca (TBE) nella forma neuro-invasiva, due dei quali proprio in Trentino, dove le zecche sono ormai attive dai fondovalle fino a quote superiori ai 1.600-1.700 metri.

Il dato è stato presentato durante il convegno “Zoonosi emergenti e riemergenti. Gli effetti dei cambiamenti climatici e della globalizzazione”, tenutosi il 14 giugno al Muse di Trento con il supporto degli Ordini provinciali dei Medici, Infermieri, Veterinari e Farmacisti.

Clima, zecche e malattie: un equilibrio che cambia

Le conferme arrivano anche dal monitoraggio della Fondazione Mach (FEM) di San Michele all’Adige: le zecche risultano attive per periodi più lunghi e in territori sempre più ampi. Il dato più rilevante riguarda però l’infezione: il 25% delle zecche analizzate risulta infetto da Borrelia burgdorferi, agente della borreliosi di Lyme, o da altri patogeni. Un aumento netto rispetto al 20% degli anni passati. Stabile invece la percentuale di zecche infette da virus TBE, pari allo 0,5%.

Secondo l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS), anche i numeri dei contagi confermano la tendenza:

  • Borreliosi di Lyme: dal 2000 al 2024 risultano notificati 520 casi, con una media annuale passata da 21 a 39 casi nel quinquennio 2000 al 2024
  • TBE: nello stesso quinquennio i casi annuali sono saliti da 9 (media 1992–2019) a 23 casi.

Ricoveri in anticipo, la prevenzione è fondamentale

Nelle ultime settimane due persone – una donna di 48 anni e un giovane poco più che ventenne – sono state ricoverate per TBE presso il reparto malattie infettive dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Entrambi sono stati dimessi, ma la precocità dei casi preoccupa.

Una percentuale di infezioni decorre fortunatamente in modo asintomatico – spiegano i medici – per questo il numero reale di contagi è probabilmente molto più alto». In Trentino, dal 2002, tre persone sono decedute per complicanze legate al morso di zecca.

Vaccinazioni TBE: numeri in crescita ma copertura bassa

Nel 2024 si sono vaccinati contro la TBE circa 23.000 adulti e 5.100 bambini e ragazzi sotto i 16 anni, in leggero aumento rispetto al 2023. Tuttavia, solo il 10% della popolazione residente in provincia di Trento ha completato il ciclo vaccinale, che prevede tre dosi distribuite su un arco temporale di 6–12 mesi.

La copertura vaccinale è più alta tra i minorenni (11,54%), ma in questa fascia d’età la TBE si manifesta generalmente in forma lieve.

 La vaccinazione è gratuita in Trentino, ma non protegge dalla borreliosi di Lyme e da altre malattie veicolate dalle zecche. Per questo motivo è essenziale adottare anche misure preventive:

  • Indossare abiti chiari e coprenti
  • Usare repellenti specifici
  • Ispezionare con cura la pelle e gli indumenti dopo passeggiate o lavori all’aperto.

Le zecche oggi non sono più un rischio solo in montagna, ma anche in orti, giardini e aree urbane di fondovalle.

Zanzare e arbovirosi esotiche: occhio anche a Dengue e West Nile

Non solo zecche: la sorveglianza si estende anche alle zanzare, sempre più presenti e attive anche in Trentino. Dal 2013 al 2024 sono stati registrati:

  • 32 casi di Dengue (tutti importati), con un picco di 11 casi nel solo 2024
  • 3 casi di West Nile
  • 1 caso di Chikungunya

Secondo gli esperti, le zanzare esotiche presenti sul territorio sono potenziali vettori di questi virus. La prevenzione ambientale resta fondamentale: evitare ristagni d’acqua, installare zanzariere e proteggersi con repellenti sono azioni semplici ma efficaci.

L’impatto del cambiamento climatico sulla salute pubblica

L’espansione e la precocità delle zecche è un segnale tangibile dell’impatto del cambiamento climatico e della globalizzazione sulla sanità pubblica. L’alterazione degli equilibri ambientali facilita la diffusione di vettori e malattie un tempo limitate ad altri ecosistemi.

In questo scenario, la prevenzione integrata – fatta di monitoraggio scientifico, vaccinazioni mirate, comportamenti consapevoli e comunicazione – è l’unico strumento davvero efficace per proteggere la popolazione.

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