Lo riporta l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (ARPA) del Friuli Venezia Giulia, la quale informa che il fenomeno va attribuito alla pasciona forestale del 2021, ovvero al picco di produzione delle faggiole, i frutti del faggio, di cui si nutrono i comuni topi di bosco.
La maggior disponibilità di cibo, unita a condizioni invernali favorevoli, ha quindi permesso alle popolazioni murine di moltiplicarsi in modo esponenziale e di arrivare numerose in primavera.
I rischi
L’aumento dei roditori ha potenziali rischi per la salute dell’uomo e degli animali domestici.
Topi e ratti sono serbatoi di diversi virus e batteri che possono trasmettere attraverso le zecche (come nel caso della Tbe e della malattia di Lyme) o direttamente con urina, feci e morso (come nel caso della «febbre da topo»).
Cosa fare
Le autorità sanitarie informano che non c’è nessun allarme sanitario, ma invitano a seguire alcune precauzioni:
- lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone dopo aver toccato il terreno o la polvere;
- evitare contatti diretti con i roditori, le loro urine o feci;
- utilizzare sempre guanti in lattice per rimuovere eventuali carcasse di topi morti;
- non mangiare vegetali (es. asparagi selvatici), frutti del bosco e funghi prima di un loro accurato lavaggio (il virus si può trasmettere anche per via alimentare, ma si disattiva con la cottura);
- evitare il pulviscolo quando si spazzano aie o piazzali (il virus si può diffondere anche per via aerea);
- tenere i cani al guinzaglio nei boschi al fine di evitare il possibile contatto con prede inquinate;
- in caso di pasti all'aperto non mettere gli alimenti a contatto con il terreno e impedire che i topi possano raggiungerli;
- durante la notte non lasciare ciotole per i cani o sottovasi con acqua all'aperto perché potrebbero venire inquinati.
Altra precauzione importante è evitare il morso di zecca.
Le previsioni per il futuro
Il faggio quest’anno ha avuto una fioritura molto scarsa, per cui si può pensare che nel 2022 la popolazione dei topi sarà molto ridimensionata nei boschi friulani, con effetti positivi sulla circolazione dell’hantavirus.
Il rovescio della medaglia: poiché i topi di bosco sono tra gli ospiti preferiti dalle zecche, soprattutto nei primi stadi di sviluppo, potrebbe essere in crescita il numero di zecche infette e in grado di trasmettere agenti patogeni.
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