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19 aprile 2021Non si tratta di indicazioni definitive ma di orientamenti, in costante evoluzione, da approfondire con il proprio medico curante.
Qui di seguito si riportano alcuni indirizzi proposti da organismi sanitari e società scientifiche.
La raccomandazione dei CDC americani: i benefici della vaccinazione superano i rischi
Pur riconoscendo che mancano dati scientifici solidi i Centri americani per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) raccomandano alle persone con sistema immunitario indebolito o con malattie autoimmuni di sottoporsi alla vaccinazione anti COVID-19. La motivazione è che i pazienti con condizioni infiammatorie e autoimmuni possono essere a maggior rischio di ricoveri associati al COVID-19 e peggiori esiti di malattia rispetto alla popolazione generale. A parere delle autorità sanitarie USA i benefici della vaccinazione superano i rischi.
La Società Italiana di Reumatologia: i pazienti con malattie croniche infiammatorie e autoimmuni possono e devono essere vaccinati il prima possibile
Sollecitata dalle perplessità espresse da malati la Società italiana di Reumatologia ha- tra l’altro- raccomandato:
- i pazienti reumatologici portatori di malattie infiammatorie croniche e autoimmunitarie sistemiche possono e devono essere vaccinati nei tempi più brevi possibili
- in generale, tutti i vaccini disponibili possono essere utilizzati nei pazienti reumatologici, rispettando le indicazioni degli organi competenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda i pareri ospitati dall’autorevole rivista scientifica Lancet Rheumatology che hanno espresso un orientamento complessivamente favorevole alla vaccinazione per quanti soffrono di patologie muscolo-scheletriche su base autoimmunitaria.
Il punto di vista della Società Italiana di Cardiologia: priorità vaccinale ai pazienti cardiopatici indipendentemente dall’età
Secondo la società italiana di cardiologia le malattie cardiovascolari sono di frequente associate alle infezioni severe da COVID-19, determinando spesso una prognosi sfavorevole.
Gli anziani affetti da malattie cardiovascolari sono da considerare una categoria particolarmente vulnerabile, ma l’età non può essere l’unico fattore discriminante ed anche pazienti di età giovane-adulta, con gravi forme di cardiopatia, dovrebbero avere un accesso prioritario al programma vaccinale e ottenere informazioni corrette per non farsi influenzare dalle fake news sui vaccini.
Per la Società Italiana di Neurologia i dati finora acquisiti sui vaccini ci possono tranquillizzare sulla loro sicurezza
Sono centinaia gli studi scientifici che documentano le complicanze neurologiche provocate dal Covid-19 spesso associate a una maggior severità di malattia e al persistere di sintomi anche dopo la fase acuta. Considerata la stretta relazione tra Covid-19 e disturbi neurologici, la Società Italiana di Neurologia (SIN) ha riconosciuto chei dati finora acquisiti possano tranquillizzare sulla sicurezza dei vaccini. La stessa Società ha quindi deciso di avviare uno studio clinico sugli eventuali effetti indesiderati delle vaccinazioni per malattie, quali:
- ictus cerebrale,
- Alzheimer,
- Parkinson,
- sclerosi laterale amiotrofica,
- epilessia,
- sclerosi multipla,
- malattie del midollo spinale e dei nervi periferici.
Bibliografia essenziale:
- COVID-19 Vaccination in Autoimmune Diseases
- vaccinazione anti SARS-COV 2 nei pazienti reumatologici
- priorità del vaccino COVID-19 nei pazienti con patologie cardiovascolari
- malattie neurologiche, al via la Settimana del Cervello
- FAQ Istituto Superiore di Sanità