La rilevanza del fenomeno ha portato a realizzare una ricerca sulle zecche presenti nel territorio piemontese e sugli agenti infettivi da loro trasmessi, i cui risultati sono stati pubblicati il 5 marzo 2021 nella rivista Parasites & Vectors.
Tre anni di studio
La ricerca si basa sui casi di puntura di zecca accertati in Piemonte nel periodo 2017-2019 e su un campione di 1290 zecche raccolte, nello stesso periodo, da residenti nelle aree urbane e rurali, da medici e da veterinari.
Le informazioni utili
Stando ai dati raccolti dai ricercatori:
- la maggior parte delle persone ha trovato una zecca sul corpo dopo aver frequentato giardini, prati e parchi sia naturali che urbani (46%), oppure a seguito di una passeggiata nei boschi (40%)
- le zone più bersagliate dal morso sono stati gli arti (43%), il tronco (21%) e, nei bambini, soprattutto la testa o il collo (12%)
- la comune zecca dei boschi (Ixodes ricinus), si è classificata come la specie rilevata più spesso
- molti esemplari di zecca sono risultati co-infettati, indicando che più di un agente infettivo può essere trasmesso dallo stesso morso di zecca e dare origine a possibili infezioni multiple nell'uomo.
Il rischio di malattie
La ricerca ha identificato soprattutto due tipologie di agenti infettivi nelle zecche analizzate:
- la Borrelia, responsabile della malattia di Lyme
- la Rickettsia, responsabile di malattie febbrili (solitamente a esordio improvviso e con sintomi simili a quelli dell’influenza).
Non ha individuato invece il virus dell’encefalite da zecche, (o Tbe virus, responsabile di una malattia acuta del sistema nervoso centrale) che al momento pare confinato nelle regioni del nord-est italiano (Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino).
Per approfondire: