Zecche e Tbe: il bellunese sotto assedio

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La provincia di Belluno si conferma ad alto rischio Tbe (encefalite da zecche). I due casi accertati ad aprile 2024 sono lievitati a 10 nella prima metà giugno e potrebbero aumentare ancora nelle prossime settimane. Luglio infatti è il mese che tradizionalmente registra il picco più alto di malattia.

Con l’arrivo del caldo dopo le piogge gli esperti del Cai prevedono “un’invasione di zecche senza precedenti” e invitano chi frequenta i boschi e le aree naturali a fare grande attenzione: la probabilità di subire una puntura infettante è molto alta.

 

L’invito a vaccinarsi

 

La preoccupazione del Cai bellunese è condivisa dalle autorità sanitarie locali. La Tbe, avvisa l’AULSS Dolomiti, è una malattia potenzialmente grave per la quale non esistono cure specifiche, ma solo trattamenti di supporto. Può richiedere una lunga riabilitazione e lasciare conseguenze molto serie, tali da impedire il ritorno alla normalità. Può inoltre rivelarsi mortale nell’1-2% dei casi.

Da qui l’appello dell’azienda sanitaria a prevenire l’encefalite da zecche con la vaccinazione, gratuita per i residenti e fortemente raccomandata ai turisti in arrivo sulle montagne bellunesi.

A rafforzare l’appello ci sono i dati epidemiologici: quasi un terzo (29%) dei casi nazionali di Tbe accertati nel quinquennio 2018-2022 deriva da morsi di zecca avvenuti in provincia di Belluno.

 

Dove si rischia di più

 

Anche se l’intero Bellunese è considerato endemico, “l’incidenza dell’encefalite da zecche risulta più elevata nella zona del Cadore procedendo con un massimo nella regione orientale. A seguire Cencenighe Agordino, Agordo, Rivamonte Agordino, Longarone”.

Inferiore l’incidenza a Belluno, Ponte nelle Alpi, Sedico, Limana, Borgo Valbelluna, Feltre, Pedavena e negli altri comuni bellunesi.

 

Attenzione anche per la malattia di Lyme

 

Nell’area risulta in sensibile aumento anche la malattia di Lyme, trasmessa dalle stesse zecche portatrici del Tbe-virus. È curabile con antibiotici ma non si può prevenire con il vaccino.

L’unica arma per non ammalarsi è l’adozione di 5 semplici regole, volte a evitare i morsi di zecca:

- vestirsi con abiti protettivi possibilmente di colore chiaro

- restare sui sentieri durante le escursioni

- utilizzare repellenti sugli indumenti non a contatto con la pelle

- controllare attentamente la pelle e gli indumenti a fine escursione

- rimuovere subito le eventuali zecche trovate sul corpo.

 

Le contromisure: il controllo del territorio

 

L’AULSS Dolomiti ha stretto un accordo con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per monitorare gli ambienti ad alta densità di zecche.

L’attività fa parte di MonZec, il progetto transfrontaliero che si propone di raccogliere e studiare gli agenti patogeni veicolati dalle zecche in provincia di Belluno, nel Titolo Orientale e in Val Pusteria. Ha una durata di 30 mesi (da marzo 2024 ad agosto 2026) e prevede il coinvolgimento della polizia provinciale e delle associazioni venatorie per geolocalizzare le zecche presenti su animali e fauna selvatica attraverso un’apposita App.

L’analisi e la rielaborazione statistica delle informazioni consentiranno di ottenere una mappa aggiornata sulla diffusione ambientale delle zecche, sulle specie presenti e sugli agenti infettivi di cui sono portatrici, indirizzando “quanti frequentano le aree naturali (cittadini, turisti, cacciatori, ecc.) verso comportamenti utili a ridurre i rischi durante le attività”.

 

 

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Fonte immaginehttps://www.dolomitipark.it/