Zecche: scoperto un nuovo virus in Cina

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Un gruppo di ricerca del Laboratorio statale per gli agenti patogeni e la biosicurezza di Pechino ha individuato un nuovo virus trasmesso dalle zecche.

È il Wetland virus (WELV) o virus delle zone umide: può colpire diversi organi e causare danni neurologici e cerebrali.

La sua descrizione, così come la notizia del suo isolamento è stata diffusa il 4 settembre sul New England Journal of Medicine.

 

La scoperta del virus

 

Le indagini sono scattate nel 2019, quando un uomo di 61 anni “si è presentato con febbre persistente e disfunzione multiorgano dopo una puntura di zecca in un parco di zone umide nella Mongolia Interna”.

Le successive ricerche hanno consentito di identificare la causa dei sintomi in un orthonairovirus precedentemente sconosciuto (anche se correlato all’orthonairovirus responsabile della Febbre emorragica Crimea-Congo) e di indicare la zecca Haemaphysalis concinna come possibile mezzo di trasmissione.

La pericolosità del virus ha portato ad avviare un’approfondita indagine epidemiologica nelle province cinesi e riconoscere altri 17 casi di malattia.

 

I sintomi

 

L’infezione causata dal Wetland virus si presenta con sintomi poco specifici e comprendono:

- febbre

- vertigini

- mal di testa

- nausea e vomito

- dolori muscolari

- artrite

- mal di schiena.

A tali sintomi possono associarsi petecchie (piccole macchie sulla pelle o sulle mucose causate da emorragie circoscritte) e ingrossamento dei linfonodi.

I ricercatori cinesi segnalano inoltre che i pazienti colpiti dal virus presentano comunemente:

- leucopenia (bassi livelli di globuli bianchi)

- trombocitopenia (basso numero di piastrine nel sangue)

- livelli elevati di d-dimero (indicatore di coaguli di sangue)

- alti livelli di lattato deidrogenasi (indicatore di danni a tessuti o organi).

L’infezione può anche colpire il cervello, causando disturbi neurologici e, seppur raramente, portare al coma.

 

Cosa sappiamo della Haemaphysalis concinna, la zecca che trasmette il virus

 

È una zecca dura, nota come vettore di vari agenti infettivi tra cui il virus della Tbe (encefalite da zecche) e il battere responsabile della tularemia.

Uno studio dell’università di Vienna segnala la diffusione dell’Haemaphysalis concinna non solo in Cina e in Asia, ma anche nell’Europa centrale, in particolare nell’area a confine tra Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, dove risulta “la seconda specie di zecca più abbondante dopo l’Ixodes ricinus (la zecca dei boschi) raccolta dagli uccelli e la terza specie più abbondante segnalata nella vegetazione”.

Lo studio viennese ne indica la presenza anche in Italia, ma confinata alla tenuta di Castel Porziano (Roma).

 

C’è pericolo nel nostro Paese?

 

Anche se il rischio zero non esiste, sembrano esclusi – almeno al momento - timori in Italia. I casi di Wetland virus sono finora circoscritti al solo territorio cinese e non risultano segnalazioni in altre parti del mondo.

Occorre tuttavia attenzione: l’Haemaphysalis concinna può essere trasportata su lunghe distanze dagli uccelli migratori e non si può escludere che esemplari infetti possano espandersi al di fuori della Cina.

 

 

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