TBE 2025: cambia la geografia del rischio e la stagionalità

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, al 2 dicembre 2025 sono stati accertati 58 casi di encefalite da zecche (TBE) nella forma neuro-invasiva, quella più grave. Il numero è praticamente sovrapponibile al 2024 (59 casi), anche se gli ultimi dati sono ancora in fase di verifica.

La TBE conferma così un andamento stabile rispetto al 2024, ma con alcune novità importanti nella geografia del rischio e nella stagionalità, aspetti che richiedono particolare attenzione in vista del 2026.

Dove si sono verificati i casi

I 58 casi di TBE neuro-invasiva registrati nel 2025 sono concentrati quasi totalmente nel Nord-Est italiano, che continua a rappresentare un’area ad alta endemia.

Il più colpito è il Trentino-Alto Adige, con 26 casi (22 in Provincia di Trento e 4 in Provincia di Bolzano). A seguire ci sono:

Veneto: 18 casi

Friuli Venezia Giulia: 9 casi

Lombardia: 2 casi

Toscana: 2 casi

Emilia-Romagna: 1 caso.

Il Triveneto da solo registra 53 casi su 58, pari al 90% del totale.

Nessun caso invece è segnalato nelle regioni del Sud, dove il clima caldo e secco non favorisce la sopravvivenza della zecca vettore (Ixodes ricinus) né degli animali serbatoio del TBE-virus.

Un rischio non più solo estivo: aumento dei casi in autunno

L’andamento stagionale del 2025 mostra un dato rilevante: la TBE non è più una malattia limitata ai mesi estivi.

A fine settembre i casi erano 39; sono saliti a 48 il 23 ottobre, poi a 54 il 27 novembre e infine a 58 a inizio dicembre.

Questo incremento autunnale – 19 nuovi casi tra ottobre e novembre – dimostra come il secondo picco di attività delle zecche, tipico dell’autunno, rappresenti ormai un periodo di rischio da non sottovalutare.

2025 e 2024 a confronto: cambia la geografia del rischio

Pur mantenendosi stabili nel numero, i casi di TBE mostrano nel 2025 un profilo geografico diverso rispetto al 2024:

  • Provincia di Trento: raddoppio dei casi (da 11 a 22)
  • Veneto: fortissimo calo (da 37 a 18)
  • Friuli Venezia Giulia: sensibile incremento (da 3 a 9).

Una nota positiva riguarda la mortalità: nl 2025 è stato registrato un solo decesso, rispetto ai tre del 2024.

Che cosa significa TBE neuro-invasiva

La forma neuro-invasiva è la manifestazione più grave dell’encefalite da zecche. Coinvolge il sistema nervoso centrale, provocando quadri di meningite, encefalite o mielite.

Tra i sintomi generali, da considerare veri e propri campanelli di allarme, vi sono: febbre alta improvvisa, forte mal di testa resistente agli analgesici, dolori muscolari e articolari, seguiti o accompagnati da:

  • rigidità del collo,
  • confusione mentale,
  • convulsioni,
  • disturbi del linguaggio,
  • problemi di equilibrio
  • e, nei casi di interessamento del midollo, anche debolezza o paralisi agli arti.

In presenza di sintomi neurologici associati a febbre, dopo un morso di zecca o un soggiorno in area endemica, è raccomandato rivolgersi immediatamente al medico.

Non esiste una cura, ma è possibile la prevenzione

Per la TBE non sono disponibili farmaci specifici: il trattamento è esclusivamente di supporto e nei casi più gravi è necessario il ricovero ospedaliero. Anche dopo la guarigione possono persistere conseguenze importanti, come deficit neurologici (problemi di movimento), cognitivi (difficoltà di concentrazione, disturbi della memoria e dell’apprendimento) e neuropsicologici (irritabilità, alterazioni dell’umore e del carattere), che tendono a essere più frequenti e severi con l’avanzare dell’età.

La forma di protezione più efficace è la vaccinazione, raccomandata nelle Regioni in cui è nota la circolazione della malattia.

In aree come Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono attivi programmi vaccinali gratuiti per residenti e categorie a rischio, e la vaccinazione è suggerita anche ai turisti.

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