In Lombardia la borreliosi di Lyme è in costante aumento. Prove recenti confermano un'elevata esposizione alle zecche infette sia nelle aree rurali, sia in quelle periurbane.
La primavera porta con sé giornate più lunghe, temperature piacevoli e voglia di stare all’aria aperta. Purtroppo ad accompagnare la stagione c’è anche un’insidia: sono le zecche. In questo periodo dell’anno diventano particolarmente attive nella ricerca di un ospite sul quale nutrirsi e la loro scelta può ricadere su un animale selvatico o domestico, oppure sull’uomo.
Nei giorni scorsi si è rapidamente diffusa la notizia di un ragazzo di 13 anni, morto all’ospedale di Genova per le gravi complicazioni seguite a un morso di zecca.
La causa del decesso è al momento solo un’ipotesi, fondata – per quanto è dato di sapere - sul racconto dei genitori.
Non è facile pensare alla malattia di Lyme come causa di ictus. L’eventualità, anche se rara, esiste e non va sottovalutata soprattutto quando l’ictus riguarda pazienti senza evidenti fattori di rischio, che vivono o provengono da aree con elevata prevalenza di malattie trasmesse da zecche.
I sintomi persistenti della malattia di Lyme dopo il trattamento sono "una patologia riconosciuta che deve essere ulteriormente indagata”. Lo ha stabilito il 18 febbraio l'Alta Autorità francese per la Salute (HAS), in sede di aggiornamento delle raccomandazioni sulla diagnosi e la gestione delle infezioni trasmesse dalle zecche.
L’Università di Vienna ha fatto nuove scoperte sui meccanismi d’infezione della Borrelia, agente della malattia di Lyme e ha identificato una potenziale via da seguire per lo sviluppo di terapie alternative agli antibiotici.
La Russia ha generato il prototipo di un vaccino a RNA messaggero contro il virus dell’encefalite da zecche (Tbe) e ha dichiarato la sua elevata efficacia protettiva, statisticamente superiore ai vaccini convenzionali. Lo rivela uno studio pubblicato sulla piattaforma bioRxiv da un gruppo di scienziati del Centro nazionale di ricerca per l'epidemiologia e la microbiologia della Federazione Russa.
Un team di scienziati cinesi ha annunciato la scoperta di un nuovo virus trasmesso dalle zecche. È stato chiamato provvisoriamente “Xue-Cheng Virus” (XCV), dal nome nativo di Mudanjiang, la città della Cina nord-orientale dove è stato identificato.
Per i frequentatori del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand e del Parco Orsiera Rocciavrè, in Piemonte, vi è la concreta possibilità di esporsi al morso di zecche potenzialmente infette con l’agente della malattia di Lyme. In caso di escursioni o attività nelle due aree naturali è quindi fortemente raccomandata l’adozione di misure di prevenzione personale.
Un recente studio dell’Università della Lorena (F), pubblicato sull’ International Journal of Health Geographics, segnala la diffusa presenza di zecche nei giardini e nei cortili privati, anche in aree densamente popolate e sollecita campagne di informazione volte a far conoscere i potenziali rischi per la salute.