Pur non essendo chiari i meccanismi di questa correlazione i ricercatori ritengono che la Borreliosi e altre patologie derivanti dal morso di zecca possano aggravare il quadro clinico causato dal virus SARS-CoV-2.
L’indagine
Lo studio ha analizzato 3 gruppi di pazienti:
- 31 ricoverati in ospedale con Covid-19 grave, risultati tutti positivi ai test per la malattia di Lyme
- 28 pazienti con Covid-19 lieve o asintomatico, trattati a casa o inconsapevoli di essere infetti, 19 dei quali risultati positivi ai test
- 28 persone senza diagnosi e storia di COVID-19, delle quali solo 8 hanno rivelato anticorpi contro l’agente responsabile della Borreliosi.
Le conclusioni
In base ai dati raccolti i ricercatori hanno formulato due ipotesi:
- un aumento dei rischi in COVID-19 per le persone con storia di punture di zecche e infezioni correlate
- la possibilità che la malattia di Lyme sia in grado di “influenzare il sistema immunitario, diminuendo la sua efficacia nelle risposte all'infezione virale” da SARS-CoV-2.
Per confermare l’associazione tra malattia di Lyme e forme gravi di Covid-19 sono tuttavia necessari ulteriori studi.
Le condizioni al momento riconosciute cruciali nei pazienti Covid sono:
- diabete,
- malattie cardiovascolari,
- cancro,
- disturbi polmonari,
- disturbi immunologici,
- obesità,
- età avanzata.
I ricercatori ritengono comunque che le persone con pregressa diagnosi di malattia di Lyme siano a più alto rischio di ospedalizzazione qualora infettate dal Sars-CoV-2.
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