Sulle zecche e le conseguenze del loro morso ruotano moltissime domande senza risposta, che spesso alimentano pericolosi falsi miti.
Il dottor Ruscio ha raccolto e risposto alle domande più comuni per aiutare coloro che desiderano conoscere di più su questo argomento.
Prevenzione
Di per sé il morso è innocuo, ma se la zecca è infetta può trasmettere vari agenti infettivi e diventare un serio problema per la salute.
Nella maggior parte dei casi il morso non è doloroso e non provoca né prurito né fastidio. Quindi è possibile non accorgersi immediatamente del morso, che può passare del tutto inavvertito.
L’unico modo è individuare la zecca sulla pelle.
Cosa fare, precauzioni da prendere.
È fondamentale toglierla subito. Prima si rimuove, più si riduce il rischio di venire contagiati.
Non è necessario. Per asportare la zecca correttamente basta indossare dei guanti e con una comune pinzetta afferrarla quanto più possibile vicino alla pelle, staccandola con un gesto cauto e deciso, facendo attenzione a non schiacciarne il corpo. L’operazione diventa ancora più facile utilizzando uno dei comuni estrattori esistenti in commercio. La zona del morso va poi disinfettata, senza usare prodotti che colorano la pelle.
Se l’arrossamento si presenta a distanza di ore, oppure di un giorno o due al massimo dall’asportazione, si tratta quasi certamente di una “irritazione” causata dalla permanenza della zecca sulla pelle (reazione allergica) o di un traumatismo dovuto alla rimozione. Se invece l’arrossamento compare a distanza di una o più settimane può essere un sintomo di malattia che va segnalato tempestivamente al medico.
No. Per escludere la possibilità di essere stati contagiati bisogna fare attenzione anche ad altri sintomi, che possono essere evidenti, come la febbre e i dolori alle articolazioni, oppure sfumati, come una eccezionale stanchezza. Occorre anche tener conto che molte malattie trasmesse dalle zecche si presentano con disturbi che ricordano quelli dell’influenza.
Come si trasmettono le malattie
Il rischio dipende da vari fattori: dalla probabilità che la zecca sia infetta, dalle difese immunitarie della singola persona, dal tempo che la zecca resta sulla pelle: se viene rimossa tempestivamente si abbassa anche il rischio di subire contagi.
No. Una persona che si è ammalata dopo un morso di zecca non trasmette la malattia ad altre persone.
L’unica malattia che lascia una forma di protezione è la TBE (meningo-encefalite da zecche). Per tutte altre malattie invece sono possibili delle ricadute. In pratica ogni morso di zecca può diventare un rischio per la salute.
L’unico vaccino disponibile è efficace solamente nei confronti della TBE, ma non protegge dalle altre malattie.
Quanti lavorano o vivono in zone dove è nota la presenza di zecche hanno più occasioni di subirne il morso e quindi di essere contagiate. In misura minore il rischio si estende a quanti praticano particolari hobby in zone boschive (caccia, pesca raccolta di funghi, asparagi selvatici o frutti del bosco).
È una ipotesi molto remota. Sino ad oggi non si è a conoscenza di alcun caso legato a trasmissione trasfusionale.
L’infezione non sembra determinare forme di malattia negli animali selvatici, mentre è in grado di provocare manifestazioni cliniche evidenti negli animali domestici.
La Borrelia è estremamente fragile e muore rapidamente quando non si trova in un animale. In ogni caso la semplice cottura della carne è sufficiente a neutralizzare il battere.