La notizia, pubblicata dal News York Times il 16 aprile, sottolinea la portata innovativa del trattamento: poiché prende di mira le zecche e non uno specifico agente infettivo, ha il potenziale di ridurre la malattia di Lyme e molte altre infezioni trasmesse con il morso di zecca.
Una novità terapeutica
Farmaci orali e topici (applicati sulla pelle) per la prevenzione delle zecche sono ampiamente utilizzati in ambito veterinario, soprattutto nella profilassi degli animali domestici.
Le preoccupazioni sulla loro sicurezza e i dubbi sull’accettazione da parte del pubblico ne hanno tuttavia ostacolato lo sviluppo ad uso umano.
A spingere la Tarsus Pharmaceuticals verso un cambio di rotta è il notevole aumento dei casi di Lyme. Secondo l’azienda e i suoi ricercatori è necessario agire sulla prevenzione e questo comporta “l’esplorazione di nuove opzioni terapeutiche”.
Cosa sappiamo del nuovo farmaco
Il TP-05 è una “formulazione orale di lotilaner, un agente antiparassitario che inibisce selettivamente i canali GABA-Cl specifici delle zecche”.
La Tarsus Pharmaceuticals lo identifica come “l’unica terapia preventiva non vaccinale, basata su farmaci in fase di sviluppo, progettata per uccidere le zecche e prevenire potenzialmente la trasmissione della malattia di Lyme”.
Uno «spillover» farmacologico
Il New York Times definisce l’iniziativa della Tarsus Pharmaceuticals “uno dei pochi esempi di trasferimento di un medicinale dal lato veterinario a quello umano”.
Riguardo alle prove cui è stato sottoposto, riporta che:
- è stato somministrato agli aderenti alla sperimentazione clinica “sotto forma di pillola, non di masticazione, al gusto di manzo”
- si è “dimostrato efficace al 90% circa nell’uccidere le zecche che mordevano i partecipanti sia il giorno di assunzione, sia nei 30 giorni successivi”
- durante i test “non sono emersi grossi problemi di sicurezza”.
Come è avvenuta la sperimentazione
Il sito della Tarsus Pharmaceuticals spiega come è stata valutata la capacità acaricida del TP-05:
- ai soggetti reclutati per lo studio è stato somministrato il trattamento (dose bassa o alta) e sono state poi attaccate delle “zecche sterili e non patogene”
- il posizionamento delle zecche “sulla pelle dei volontari sani è avvenuto in due momenti separati: un giorno prima della somministrazione (giorno 1) e il trentesimo giorno dopo la somministrazione (giorno 30)
- “la mortalità delle zecche è stata valutata dopo ogni posizionamento entro 24 ore dall’attaccamento”.
I risultati
Il farmaco TP-05, sia a dose alta che bassa, ha dimostrato un’efficacia statisticamente significativa nell’uccidere le zecche.
Nello specifico:
- i test del giorno 1, hanno rivelato una “mortalità media delle zecche” del 97% e del 92% rispettivamente a dose alta e bassa del medicinale
- le prove del giorno 30 hanno indicato una “mortalità media delle zecche a 24 ore dal posizionamento dell’89% e del 91%, rispettivamente a dose alta e bassa”
- il “TP-05 è stato generalmente ben tollerato”.
Avremo presto un acaricida per uso umano?
Nonostante i risultati promettenti la Tarsus Pharmacuticals è molto cauta sui programmi di sviluppo del nuovo medicinale.
“Ci vorranno diversi anni e molti altri cicli di studi clinici – sottolinea lo stesso News York Times - prima che uno qualsiasi di questi farmaci possa essere preso in considerazione dalla FDA” (l’Agenzia americana per gli alimenti e i farmaci). E in ogni caso l’atteggiamento delle persone verso un preparato acaricida orale, ad uso umano, “è un’incognita”. Se da un lato ha il vantaggio di proteggere “da molteplici infezioni trasmesse dalle zecche e non solo dalla malattia di Lyme”, dall’altro è “comprensibile che alcune persone possano essere preoccupate nell’assumere un farmaco che diffonde nel corpo una tossina nel caso in cui vengano morse da una zecca”.
Tuttavia - segnalano i ricercatori della Tufts University che partecipano allo studio sul nuovo farmaco - “il rischio di malattie trasmesse dalle zecche, come la malattia di Lyme e altre infezioni gravi, sta crescendo a un ritmo allarmante e le conseguenze possono essere debilitanti e di lunga durata". Ben venga dunque un trattamento preventivo orale.
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