Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Global Health, secondo il quale la malattia si espanderà sempre di più per effetto dei cambiamenti climatici.
Estati più lunghe e inverni più miti potranno allungare il periodo di attività delle zecche e favorire la loro diffusione in nuove aree geografiche, aumentando la possibilità di trasmettere agenti patogeni.
Lo studio
Dati e previsioni sono frutto di un’analisi condotta da ricercatori cinesi della Kunming Medical University sulla letteratura scientifica internazionale pubblicata tra gennaio 1984 e dicembre 2021 e sulle diagnosi di malattia poste in oltre 150.000 persone.
I risultati hanno rivelato che:
- la malattia di Lyme è diventata sempre più comune nel tempo
- la sua prevalenza nel periodo 2010-2021 è stata superiore a quella del 2001-2010
- i potenziali fattori di rischio associati all’infezione sono: il sesso maschile, l'età superiore ai 40 anni, la residenza in aree rurali e l’esposizione alle punture di zecca.
Il primato europeo
I ricercatori cinesi hanno individuato i tassi più alti di malattia nell’Europa centrale (20,7%), in Asia orientale (15,9%) e nell’Europa occidentale (13,5%).
Le aree con i tassi più bassi sono risultate invece: Caraibi, Asia meridionale e Oceania (tutte sotto il 5%), mentre in Nord America l’indice di infezione supera di poco il 9%.
Le indicazioni
I dati sottolineano che la malattia di Lyme costituisce un rilevante problema di salute pubblica a livello mondiale.
Indicano inoltre l’importanza di sostenere campagne di informazione e prevenzione e la necessità di una maggiore consapevolezza sui possibili rischi derivanti dai morsi di zecca.
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