Dati puntuali sulla loro diffusione non ci sono, ma già lo scorso anno l’Istituto zooprofilattico delle Venezie ne ha stimato un aumento del al 40-50%.
Gli effetti del clima
Le zecche– ha spiegato Ruscio –si mettono in pausa quando fa freddo, ma basta che la temperatura salga oltre i 7 gradi perché si riattivino e siano in grado di nutrirsi. Questo vuol dire che quando il clima è mite siamo esposti al loro morso in ogni stagione.
La mancanza di freddo permette alle zecche di replicarsi anche d’inverno e di emergere numerose in primavera, quando le persone trascorrono più tempo all’aperto.
Non ci sono zone indenni
Le zecche si sono adattate a vivere anche in ambienti considerati ostili fino a un paio di decenni fa.
In montagna si trovano a quote sempre più elevate (fino a 2000 metri e oltre) e nelle città popolano abitualmente parchi e giardini. Non è raro inoltre trovarle in località di mare, trasportate da uccelli o dalla fauna selvatica.
Le previsioni
Una maggiore diffusione di zecche porta di riflesso anche il possibile aumento dei casi di malattia.
Nel Nordest, segnala il Corriere della Sera, sono particolarmente diffuse la Borreliosi di Lyme e la Tbe (encefalite da zecca), ma sono possibili anche altre infezioni molto subdole, i cui sintomi ricordano quelli della comune influenza (febbre, brividi, dolori ai muscoli e alle ossa).
L’importanza della prevenzione
Nella maggior parte dei casi – sottolinea il prof. Ruscio – il morso di zecca è senza conseguenze. Non deve quindi spaventare, ma non va sottovalutato.
Al rientro da un’escursione in montagna, una passeggiata in mezzo al verde o dopo i lavori in giardino è importante fare un’ispezione su tutto il corpo e se c’è una zecca sulla pelle va tolta subito. La parte va tenuta sotto osservazione e qualora nei giorni o nelle settimane seguenti si noti un arrossamento o compaia la febbre bisogna rivolgersi subito al medico.
Altra buona regola è controllare frequentemente gli animali da compagnia eproteggerli conrepellenti anti-zecche consigliati dal proprio veterinario di fiducia.
Per saperne di più guarda la video intervista di mountainblog al prof. Ruscio