Infine è arrivata la notizia che hanno “colonizzato” Trieste, distribuendosi dal centro città alle spiagge di Sistiana e Barcola, fino dall’altipiano carsico.
C’è una nuova emergenza?
I calabroni sono comuni in tutte le regioni italiane nel periodo che va dalla primavera all’autunno.
Sono abili predatori di api e poiché vengo attirati dalla frutta matura, possono causare danni alle coltivazioni.
Tendenzialmente sono indifferenti nei confronti dell’uomo.
Perché tenere alta l’attenzione
Icalabroni cambiano atteggiamento e diventano subito aggressivi quando ci si avvicina, anche involontariamente, al nido.
La loro puntura è molto dolorosa e inietta sostanze tossiche che possono provocare:
- reazioni localicomuni (gonfiore e arrossamento del punto colpito, forte bruciore)
- reazioni generaliserie (orticaria, vertigini, difficoltò di respiro)
- gravi effetti allergici (perdita di coscienza e shock anafilattico).
I calabroni rilasciano anche un feromone che attira altri esemplari, esponendo a punture di gruppo.
Le punture multiple possono diventare un serio rischio per la salute e soprattutto nei soggetti allergici causare la reazione più grave (shock anafilattico) in grado di portare anche alla morte.
Cosa fare in caso di puntura
In via generale è consigliato ricorrere subito alle cure mediche per valutare la gravità della reazione e adottare i provvedimenti più adeguati.
Se pochi minuti dopo la puntura compaiano orticaria, vertigini, difficoltà di respiro occorre chiamare immediatamente isoccorsi.
Quanti sanno di essere allergici devono sempre tenere a portata di mano la terapia d’emergenza (autoiniettore di adrenalina) soprattutto nell’eventualità di gite in campagna o di attività all’aperto.
Come difendersi
Durante l’attività sportiva, le escursioni, i picnic, i lavori all’aria aperta (giardinaggio, apicoltura, cura di alberi e frutteti, ecc.) è consigliato:
- non indossare abiti larghi, di colore scuro, sgargiante o con motivi floreali
- evitare profumi, lacca per capelli o creme
- coprire cibi e bevande
- non bere direttamente da bottiglie e lattine aperte
- sigillare i rifiuti.
Analoghe precauzioni vanno adottate per lavori in soffitta, nei balconi o sui cornicioni dei tetti.
Qualche altro consiglio…
Se c’è un nido di calabrone nei pressi dell’abitazione (sottotetto, balconi, ecc.) o in giardino bisogna ricorrere a una ditta specializzata per farlo rimuovere.
In automobile è opportuno viaggiare con i finestrini chiusi e quando si va in moto o in motorino sono da evitare gli abiti larghi e svolazzanti.
In casa sono utili le zanzariere alle finestre.
Sconsigliati invece gli insetticidi per zanzare o altri insetti: la loro azione è lenta e non impedisce le punture.
La “questione” calabroni in Italia
Nel nostro Paese sono diffuse tre specie di calabrone:
- il calabrone comune (Vespa crabro) considerato poco aggressivo perché difficilmente attacca l’uomo se non viene disturbato o infastidito
- il calabrone orientale (Vespa orientalis) predatore di api e molto attivo anche sull’uomo. È presente in diversi ambienti urbani, dove si è adattato a vivere nutrendosi di rifiuti alimentari (immondizie), cibo per animali (soprattutto se lasciato all’aperto) e carcasse di animali morti
- il calabrone asiatico (Vespa velutina) abile e veloce saccheggiatore di api e alveari ma pronto ad aggredire anche l’uomo.
Non è confermata invece la presenza del calabrone killer (Vespa mandarinia), la specie più pericolosa: la sua puntura può causare gravi danni cardiaci, renali, epatici ed essere letale.
Per approfondire:
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Allergia agli imenotteri
Calabrone orientale (Vespa orientalis) | Biocrime
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