Memoria compromessa, concentrazione ridotta, difficoltà a camminare e coordinare i movimenti sono alcune delle conseguenze a lungo termine causate dall’encefalite da zecche (Tbe).
A tenere alta l’attenzione sull’ampio strascico di problemi legati alla malattia è un recente studio dell’università svedese di Göteborg, che ha monitorato 92 ex pazienti raccogliendo i diversi sintomi che hanno continuato a presentare nei cinque anni successivi al ricovero in ospedale.
Un ampio ventaglio di disturbi
L’autrice della ricerca, Malin Veje, specialista in malattie infettive presso l'Ospedale universitario di Sahlgrenska, ha sottolineato che gli ex pazienti hanno continuato a soffrire nel tempo di:
- compromissione della memoria.
- ridotte capacità di concentrazione, iniziativa e motivazione
- difficoltà di equilibrio e coordinazione dei movimenti
- mal di testa
- affaticamento.
A molti di loro – ha detto la Veje – è impedito un pieno ritorno alla normalità. Devono impostare avvisi sul telefono per ricordare cosa fare e un alto numero trova difficile impegnarsi nel lavoro. Soffre di grande stanchezza e non riesce a concentrarsi.
Il sistema immunitario contribuisce al danno?
La ricerca ha evidenziato che per la Tbe non esiste una cura specifica.
Ha ipotizzato che i futuri sviluppi della terapia potrebbero prevedere l’uso di farmaci antivirali in combinazione con immunomodulatori in grado di migliorare la risposta immunitaria del singolo paziente.
L’efficacia del vaccino
La ricerca ha messo in evidenza gli effetti altamente protettivi della vaccinazione contro l’encefalite da zecche:
- ha un grado di efficacia del 95-99%
- presenta limitati effetti collaterali: per lo più dolore e gonfiore nel sito dell’iniezione e più raramente mal di testa, nausea, artralgia, malessere generale e febbre di breve durata
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