L’indagine evidenzia un possibile e pericoloso effetto dell’innalzamento del clima: saremo più esposti ai morsi di zecca con inevitabili impatti negativi sulla salute.
Uno studio basato sull’evidenza
La teoria dei ricercatori si basa su un esperimento, realizzato in tutta sicurezza all’interno di un ambiente chiuso. Un campione di uomini e cani è stato esposto alla potenziale aggressione di 20 zecche alla volta, a due diverse temperature: una di circa 23°C, l’altra molto più estiva di quasi 38°C.
Nella prova realizzata a clima temperato gran parte delle zecche si è diretta verso gli animali, ma con l’aumento del caldo le comuni zecche del cane (Rhipicephalus sanguineus) hanno dimostrato una netta preferenza per gli esseri umani (circa 2,5 volte di più rispetto ai cani).
Cosa dobbiamo aspettarci in futuro
Lo studio ipotizza un aumento delle malattie trasmesse dalle zecche in conseguenza del riscaldamento globale. La previsione riguarda soprattutto le infezioni veicolate dalle zecche del cane, tra le quali c’è la pericolosa Febbre maculosa delle Montagne Rocciose (FEMR), diffusa in diverse zone degli Stati Uniti, dell’America centrale e del Sudamerica, ma non ancora segnalata nel nostro Paese e in territorio europeo.
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