A causarla è la Rickettsia rickettsii, un agente infettivo che si ritiene venga trasmesso molto rapidamente da esemplari di zecche infette, come:
- la zecca del cane (Dermacentor variabilis e Rhipicephalus sanguineus),
- la zecca del legno delle Montagne Rocciose (Dermacentor andersoni)
in grado di attaccare anche l’uomo.
Senza un tempestivo trattamento antibiotico l’infezione può rivelarsi mortale fino al 20-30% dei casi.
La situazione in Brasile
Secondo Il Mattino in Brasile si sono registrati, da inizio anno, 17 casi di febbre delle Montagne Rocciose e 8 decessi.
Nel 2022 i casi registrati sono stati 63 casi, con 44 decessi confermati e nel 2021 si sono contati 87 casi e 48 morti.
I sintomi
Le rickettsie si propagano all'interno delle cellule che costituiscono le pareti dei vasi sanguigni, danneggiandole e provocando dei coaguli all’interno dei vasi stessi con varie conseguenze negli organi interessati. La malattia si presenta con una triade di sintomi:
- febbre,
- forte mal di testa (cefalea), dolori muscolari,
- piccole eruzioni cutanee di colore rosso vivo (rash petecchiale o maculopapulare), spesso localizzate intorno ai polsi e alle caviglie, i palmi delle mani, le piante dei piedi e gli avambracci con rapida estensione al collo, al volto, alle ascelle, alle natiche e al tronco.
Tali manifestazioni possono accompagnarsi a sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali) e alterazioni di varia gravità a carico:
- del sistema nervoso centrale
- del sistema respiratorio
- del sistema gastrointestinale
- del sistema renale
- del sistema circolatorio.
La malattia può inoltre provocare danni permanenti (amputazione di arti, dita delle mani o dei piedi per danni ai vasi sanguigni delle aree interessate; perdita dell'udito; paralisi; disabilità mentale).
Diagnosi e terapia
Sebbene siano disponibili numerosi test di laboratorio per la febbre maculata delle Montagne Rocciose, nessuno è sufficientemente rapido da consentire una diagnosi certa e tempestiva.
Poiché un trattamento antibiotico precoce è fondamentale per l’esito della malattia, il riconoscimento deve poggiare su basi cliniche e va sospettato ogni qual volta si presenti un paziente che vive o abbia frequentato un'area boschiva e presenti una febbre inspiegabile, cefalea e prostrazione, anche senza ricordare il morso di zecca.
La terapia antibiotica riduce notevolmente la mortalità e impedisce la maggior parte delle complicanze.
Prevenzione
Non esiste un vaccino efficace per prevenire la febbre delle Montagne Rocciose.
L’arma più valida resta pertanto evitare i morsi da zecca.
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