I casi di encefalite da zecca in Italia

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L’Istituto Superiore di Sanità ha recentemente diffuso i dati sull’andamento dell’encefalite da zecca (Tbe) nel 2022. Le cifre mostrano l’endemicità della malattia nelle regioni del Nord-Est (Veneto, provincia autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia), con segnalazioni sporadiche in Liguria, Emilia-Romagna e Lazio. Confermano inoltre i picchi di presentazione dei sintomi nei mesi di giugno e luglio.

Cosa rivelano i dati

 

Il report indica 72 casiaccertati di Tbe neuro-invasiva, caratterizzati cioè da un severo coinvolgimento del sistema nervoso centrale (meningite e/o encefalite) e segnala per la prima volta 2 decessi.

Il dato si riferisce al 20-30% dei casi reali di malattia, poiché esclude le infezioni:

- a guarigione spontanea (circa il 30%)

- con decorso moderato (febbre e sintomi simil-influenzali).

 

Un trend critico

 

Il confronto tra il 2022 e il triennio precedente (2019-2021) mostra questo andamento dell’encefalite da zecca nel nostro Paese:

2019: 24 casi di Tbe neuro-invasiva e nessun decesso

2020: 21 casi di Tbe neuro-invasiva e nessun decesso

2021: 18 casi di Tbe neuro-invasiva e nessun decesso

2022: 72 casi di Tbe neuro-invasiva e 2 decessi.

Mentre dal 2019 al 2021 l’infezione è una lenta ma progressiva diminuzione, nel 2022 compie un netto balzo in avanti e in un solo anno totalizza il 13% in più di tutti i casi accertati nel triennio precedente (63 casi).

La malattia inoltre si rivela potenzialmente grave e ad esito mortale.

 

L’importanza della prevenzione

 

I dati spiegano l’appello alla vaccinazione diffuso dalle autorità sanitarie delle regioni più colpite.

Incoraggiano inoltre comportamenti di prudenza e di prevenzione personale durante passeggiate ed escursioni in aree boschive e naturali e, più in generale, quando si fanno attività all’aperto.

Come noto per la Tbe non esiste ancora una terapia specifica, ma sono possibili solo trattamenti di supporto.

 

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fonte immagine https://www.epicentro.iss.it/