Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità sono 230 i casi di malattia e 13 i decessi accertati fino al 16 agosto 2022, contro i 144 casi e 10 decessi registrati la settimana precedente (9 agosto 2022).
Di fronte alla rapida crescita dell’infezione cerchiamo di fare il punto sulla nuova virosi, sui rischi per la salute e su come proteggerci.
Di cosa si tratta
Il virus del Nilo Occidentale è un Arbovirus trasmesso all’uomo principalmente dalla puntura di una zanzara infetta.
È stato isolato per la prima volta nel 1937, in Uganda, nel distretto West Nile da cui prende il nome.
In Italia è presente dall'estate del 1998 e la sua circolazione è monitorata da un Piano nazionale di sorveglianza, attivo dal 2002.
Cosa provoca
La maggior parte delle persone infettate con il virus del Nilo Occidentale non sviluppa sintomi di infezione.
In circa il 20% circa dei soggetti colpiti compare una sindrome simil-influenzale con:
- febbre
- mal di testa
- stanchezza
- congiuntivite
- dolori muscolari
- sfoghi cutanei
- ingrossamento dei linfonodi
- nausea
- dolori addominali.
Meno dell’1% dei soggetti sintomatici (circa 1 persona su 150) sviluppa un grave coinvolgimento neurologico con:
- disorientamento
- tremori
- disturbi alla vista
- torpore
- convulsioni
- paralisi
- coma.
Alcuni effetti possono essere permanenti e in un caso su mille il virus può causare un’encefalite letale.
L’infezione non si trasmette da persona a persona, ma il virus può essere trasferito dalla madre al feto e con il latte materno.
Può anche trasmettersi con la donazione di sangue e di organi, ma si tratta di un’eventualità molto remota perché tutti i donatori sono sottoposti ad accurati test diagnostici.
Il ruolo dell’età
I sintomi dell’infezione compaiono in media da 2 a 14 giorni dopo la puntura infettante, ma in persone dalla salute compromessa il periodo può allungarsi fino a 3 settimane.
La durata è in genere di pochi giorni, in rari casi qualche settimana.
I sintomi possono variare a seconda dell’età:
- nei bambini è più frequente una febbre leggera,
- nei giovani la febbre è mediamente alta e accompagnata da arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari,
- negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
Come proteggersi
Contro il virus del Nilo Occidentale non esiste né una terapia specifica, né un vaccino.
La strategia di prevenzione più efficace consiste nell’evitare le punture di zanzara.
Il ministero della salute raccomanda di:
- usare repellenti cutanei e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
- soggiornare quanto più possibile in ambienti protetti da zanzariere e/o da diffusori di insetticidi a uso domestico.
Invita anche le persone a collaborare alle misure di controllo delle zanzare:
- mettendo al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua
- svuotando di frequente i contenitori di acqua stagnante (come secchi e vasi di fiori)
- cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali.
Quali repellenti usare
È importante utilizzare prodotti registrati come Presidio Medico Chirurgico presso il Ministero della Salute (l’indicazione è riportata sui prodotti).
La maggior parte dei repellenti può essere utilizzata anche sui bambini di età superiore ai 2 anni e dalle donne in gravidanza o che allattano, con l’avvertenza di limitare le applicazioni e di leggere sempre quanto scritto in etichetta.
Le precauzioni
I repellenti vanno applicati solo sulla pelle esposta e/o sull’abbigliamento, come indicato sul prodotto.
Non vanno usati:
- sulla pelle sotto i vestiti
- su tagli, ferite o pelle irritata
- sulle mani dei bambini (per evitare il contatto accidentale con occhi e bocca).
Quando la protezione non è più necessaria è consigliato lavare la pelle trattata con acqua e sapone.
In caso di reazioni avverse (rash cutaneo o altri sintomi) va sospesa l’applicazione, tolto il repellente con acqua e sapone neutro e consultato un medico (possibilmente mostrando il prodotto utilizzato).
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