Ai due chatbot è stato sottoposto un questionario con 7 domande sul morso di zecca e le sue conseguenze, i sintomi della malattia di Lyme, i test diagnostici, le cure e la durata dei trattamenti.
Le risposte
Tanto ChatGPT quanto Google Bard hanno dimostrato di “possedere le nozioni di base sulla malattia di Lyme e su altre malattie trasmesse dalle zecche”, ma di non essere in grado di:
- proporre indicazioni approfondite e complete
- fornire risposte dettagliate e articolate come farebbe un medico.
Cosa ha rivelato il test
L’esperimento ha dimostrato che gli strumenti di intelligenza artificiale non si possono considerare:
- “medici virtuali”
- fonti affidabili per ottenere una diagnosi e indicazioni sulle terapie.
Il loro utilizzo si limita a un contributo per “diffondere la consapevolezza e offrire un’educazione fondamentale sulla malattia di Lyme e su altre malattie trasmesse dalle zecche”.
La versione italiana
Di ChatGPT esiste una versione italiana: si chiama PizzaGPT, sviluppata da Lorenzo Cella, un ingegnere (italiano) che lavora in Svizzera.
Messo alla prova il chatbot nazionale (che adopera l’interfaccia di programmazione dell’applicazione di ChatGPT) ha dichiarato:
- sono un modello di intelligenza artificiale generativa, addestrato su una vasta quantità di dati, ma non sono in grado di verificare direttamente le informazioni né di confermare se le notizie sono vere o false
- potrei anche rispondere a una domanda con informazioni inesatte.
Il rinvio al medico reale
Interpellato sulla malattia di Lyme anche PizzaGPT ha fornito risposte di base sostanzialmente corrette, corredate però da questi avvisi:
- “si consiglia di consultare un medico se si sospetta di aver contratto la malattia di Lyme o altre malattie trasmesse dalle zecche”
- “è importante rivolgersi a un medico per una valutazione accurata e per ricevere eventuali trattamenti”.
Qual è dunque il messaggio?
Gli strumenti di intelligenza artificiale “sono ancora imperfetti” per stessa ammissione dei loro sviluppatori.
Nel caso della malattia di Lyme – ma il discorso vale per ogni quesito di salute - possono dare indicazioni generali anche corrette, ma non sono in grado di fornire:
- una diagnosi
- un responso medicoattendibile
- una consulenza verificata,approfondita e personalizzata.
Quando si consultano va sempre considerato il rischio di incorrere in informazioni imprecise, inappropriate o addirittura errate e fuorvianti.
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