Le zecche guariranno l’uomo?

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Si chiama Votucalis ed è una proteina contenuta nella saliva delle zecche (Rhipicephalus appendiculatus) in grado di alleviare dolore cronico e prurito.

La scoperta è dei ricercatori di due università inglesi, Durham e Newcastle, ora impegnati a usarla per sviluppare un farmaco biologico.

 

Come funziona

 

Votucalis – spiega il comunicato diffuso dall’ateo di Durham - impedisce all’istamina (una sostanza coinvolta nei processi infiammatori e nelle reazioni allergiche) di attivare i suoi 4 recettori cellulari. Questo porta a una riduzione del prurito e del dolore.

Il suo impiego farmacologico potrà avere effetti terapeutici nei casi di:

- dermatite atopica

- psoriasi

- artrite

- diabete

- sciatica

- lesioni alla schiena.

 

Le attese

 

I ricercatori ripongono grandi aspettative nel potenziale antidolorifico di Votucalis e ritengono che:

- rappresenti una valida alternativa ai farmaci oppioidi, responsabili di gravi effetti collaterali e in grado di creare dipendenza,

- sia efficace e sicuro nel trattamento del dolore persistente e cronico, una condizione che colpisce circa il 20% della popolazione mondiale.

 

Gli altri studi sulla saliva delle zecche

 

Utilizzando molecole contenute nelle ghiandole salivari delle zecche (Amblyomma) l’università di Cincinnati (USA) sta lavorando una nuova classe di farmaci anticoagulanti dagli effetti protettivi per diversi problemi coronarici.

Sulla stessa lunghezza d’onda scienziati australiani dell’università di Sydney hanno scoperto nella saliva della comune zecca dei boschi una particolare molecola capace di dissolvere i coaguli di sangue e di curare l’ictus ischemico.

La collaborazione tra ricercatori brasiliani e statunitensi potrebbe inoltre aprire nuove strade alla prevenzione e al trattamento delle trombosi con Ixolaris, una proteina isolata nella saliva delle zecche (Ixodes scapularis) dai potenti effetti anticoagulanti.

 

 

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