Lyme: biofilm KO?

Siamo di nuovo operativi
19 gennaio 2025
Zecche: le insidie di cortili e giardini
27 gennaio 2025
I ricercatori dell’Università della California Riverside hanno scoperto una molecola vegetale - il metabolita MEcPP – capace di avere “un effetto sorprendente” sui batteri: sarebbe capace di interrompere lo sviluppo del biofilm, l’involucro protettivo che impedisce l’azione degli antibiotici.

La scoperta apre la strada a nuove forme di lotta alle infezioni batteriche e lascia intravvedere implicazioni positive per la cura di molte malattie a decorso cronico come le infezioni dell’osso (osteomieliti) e delle valvole cardiache (endocarditi) ma anche per la malattia di Lyme, soprattutto nei casi di insuccesso delle terapie.

 

Biofilm e malattia di Lyme

 

La Borrelia burdorferi, il batterio responsabile della malattia di Lyme, ha la capacità di formare biofilm diventando resistente agli antibiotici. Questo suggerisce che i biofilm svolgono un ruolo importante nel mancato effetto dei trattamenti e nello sviluppo delle forme persistenti.

I biofilm sono una sorta di “pellicola protettiva” autoprodotta dai batteri per:

- eludere l’azione difensiva del sistema immunitario

- resistere all’azione degli antibiotici.

La presenza di forme latenti di Borrelia in fase di biofilm potrebbe quindi spiegare l’insuccesso delle cure e la persistenza dei sintomi.

 

Il valore della scoperta

 

I biofilm rendono le infezioni più difficili da trattare poiché aiutano i batteri a resistere agli antibiotici e all’azione degli anticorpi.

Per la formazione dei biofilm i batteri sfruttano strutture simili a peli, chiamate fimbrie, che secernono una matrice protettiva verso gli antibiotici. Senza fimbrie la formazione del biofilm non sarebbe possibile.

Attraverso lo screening genetico di oltre 9.000 batteri, il team californiano ha identificato un gene – denominato fimE – che agisce come un interruttore e spegne la produzione di fimbrie.

Il gruppo di ricerca ha inoltre osservato che il metabolita vegetale MEcPP, prodotto dalle piante in condizioni di stress, potenzia l’attività del gene e aumenta l’espressione di fimE, impedendo ai batteri di produrre fimbrie e formare biofilm.

 

Le possibili implicazioni

 

La scoperta – ha dichiarato il responsabile del gruppo di ricerca - potrebbe ispirare strategie di prevenzione del biofilm in diversi settori e in un prossimo futuro aiutare gli esseri umani a combattere le minacce batteriche".

A questo riguardo i ricercatori hanno dimostrato che la molecola MEcPP ha un effetto particolarmente efficace sul batterio Escherichia coli, responsabile di infezioni gastrointestinali e urinarie di varia entità. Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature Communications.

 

Per approfondire clicca qui

Fonte immagine: Wikipedia https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Borrelia_burgdorferi_%28CDC-PHIL_-6631%29_lores.jpg