Lo sottolinea una ricerca, comparsa il 12 aprile su Vector-Borne and Zoonotic Diseases, che delinea la complessa situazione epidemiologica nel continente europeo.
Le aree dove si rischia di più
La ricerca indica Svizzera, Slovenia, Lituania ed Estonia come i paesi dove ogni anno si registra il maggior numero di nuovi casi di malattia di Lyme.
Segnala inoltre la presenza di aree altamente endemiche in stati europei dove la malattia ha una bassa incidenza e rimarca le lacune dei sistemi di sorveglianza nell’indicare i territori interessati.
Una situazione a macchia di leopardo
Nonostante la malattia di Lyme sia legalmente segnalabile in 22 stati europei non tutti hanno una sorveglianza nazionale.
Germania e Spagna, ad esempio, dispongono solo di una sorveglianza regionale limitata ad alcune realtà.
Altri paesi, come Francia, Belgio e Svizzera, hanno invece una un sistema di sorveglianza “sentinella” non obbligatoria.
Altri ancora, come i Paesi Bassi, affidano ai medici di base il compito di tenere un registro “delle consultazioni”, mentre Danimarca e Irlanda prevedono la registrazione dei soli casi di neuroborreliosi.
A loro volta Regno Unito e Slovacchia limitano le segnalazioni ai casi confermati da indagini di laboratorio, escludendo le diagnosi di eritema migrante effettuate da medici generici, rilevate invece da Germania, Slovenia, Finlandia, Ungheria e Repubblica ceca.
Infine, 8 paesi sono privi di un sistema “identificato” di sorveglianza sanitaria pubblica. Si tratta di: Austria, Cipro, Grecia, Italia, Liechtenstein, Malta, Svezia e Turchia.
Per contro Lituania e Romania hanno una solida sorveglianza nazionale.
La parziale disponibilità di dati
Una situazione fortemente eterogenea caratterizza anche la diffusione e la pubblicità dei dati.
Non tutti i paesi europei con un sistema di sorveglianza:
- pubblicano i rapporti con i casi rilevati
- hanno strumenti per divulgare le informazioni.
I database accessibili mancano inoltre di standardizzazione e ospitano indicazioni non omogenee tra loro (segnalazione di casi senza conferma di laboratorio, segnalazione solo di casi confermati in laboratorio, dati riferiti ai ricoveri, dati estratti da cartelle cliniche, ecc.), rendendo difficile la comparazione e l’assemblaggio dei dati disponibili.
Cosa rileva l’indagine
Dall’incrocio di un insieme poco omogeneo di informazioni, integrate da chiarimenti e spiegazioni acquisite presso varie Agenzie sanitarie pubbliche, l’indagine stima in 128.888 i casi di malattia di Lyme mediamente riscontrati ogni annonel continente europeo. Si tratta di un dato parziale perché riferito a soli paesi con un sistema pubblico di sorveglianza.
In proposito l’indagine sottolinea l’impossibilità di misurare con precisione la malattia di Lyme in Europa per la mancanza di un metodo coordinato e unico di rilevazione dei casi.
Avverte infine che negli ultimi 15 anni la malattia di Lyme è notevolmente aumentata nel perimetro europeo, diventando un crescente problema di salute pubblica e suggerisce la necessità di tenere alta la vigilanza per:
- rilevare precocemente nuovi focolai
- attuare opportune campagne di informazione e prevenzione.
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Fonte immagine: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10122255/