Finora la malattia era segnalata solo sporadicamente in Campania e nella quasi totalità dei casi risultava contratta fuori regione o all’estero.
I sintomi che hanno portato alla diagnosi
Circa 20 giorni prima del ricovero alla piccola era stata asportata una zecca e prescritta una terapia antibiotica di 7 giorni.
Sul volto della bambina era successivamente comparso un eritema migrante (trattato inizialmente con cortisone), a cui erano seguiti altri sintomi:
- difficoltà a camminare
- forti dolori agli arti, alla schiena e all’addome.
Ricoverata all’ospedale Fatebenefratelli i pediatri hanno sospettato la malattia di Lyme alla luce del racconto anamnestico (asportazione della zecca) e dei dati clinici (eritema migrante), poi confermati dalle analisi di laboratorio.
Perché il caso ha fatto scalpore
«Fino ad oggi – ha spiegato il direttore della Pediatria-Neonatologie di Benevento- abbiamo pensato che la malattia di Lyme colpisse solo alcune regioni italiane, cioè il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l'Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige».
La recente diagnosi ha portato invece a prendere atto che l’infezione non ha confini geografici e può essere contratta anche in territori, come quelli del Sannio, sinora ritenuti esenti.
L’appello
Dall’ospedale di Benevento è quindi partito l’invito a «prevenire la malattia di Lyme con misure volte a evitare i morsi di zecca quando si va nei boschi o in campagna».
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