Lyme: una proteina impedirà la malattia?

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“Il sudore umano contiene una proteina con proprietà antimicrobiche, in grado di proteggere dalla malattia di Lyme”. È “una secretoglobina chiamata SCGB1D2, capace di inibire la crescita dei batteri che causano l‘infezione”.

La scoperta è del Massachusetts Institute of Technology - MIT di Cambridge (Usa) ed è frutto di un lungo lavoro di ricerca condotto in collaborazione con l’Università di Helsinki (Finlandia), le cui risultanze sono pubblicate su Nature Communicationsdel 19 marzo 2024.

 

L’identificazione

 

I ricercatori hanno isolato la proteina analizzando un database finlandese contenente:

  • le sequenze del genoma di 410.000 persone, con descrizione minuziosa della loro storia medica

  • informazioni dettagliate su circa 7.000 persone con diagnosi di malattia di Lyme.

Cercando un “marcatore genetico di suscettibilità alla malattia di Lyme” hanno identificato la secretoglobina SCGB1D2 e per capire il suo meccanismo d’azione hanno quindi condotto prove in laboratorio e test sui topi scoprendo il suo alto fattore protettivo.

 

La riprova

 

I risultati sono stati confermati in Estonia, utilizzando i dati di circa 210.000 persone, di cui 18.000 affette dalla malattia di Lyme.

Gli studi e i test non hanno chiarito “come la proteina inibisca la crescita dei batteri che causano la malattia di Lyme”, ma i ricercatori sono intenzionati a sfruttare le sue capacità per nuovi trattamenti di prevenzione e cura della malattia.

 

Le altre rivelazioni

 

A parere dei ricercatori circa un terzo delle persone è portatore di una variante genetica della secretoglobina SCGB1D2.

La variante non ha la stessa efficacia protettiva ed è anzi associata ad una vulnerabilità alla malattia di Lyme, essendo comunemente rilevata nelle persone colpite dalla malattia.

 

I programmi

 

La scoperta apre le porte ad un approccio del tutto nuovo per prevenire la malattia di Lyme.

In proposito il team di ricerca ha già annunciato studi clinici sul possibile uso della secretoglobina SCGB1D2 per sviluppare una crema da spalmare sulla pelle prima dell’esposizione al morso di zecca così da ottenere un effetto protettivo.

Idealmente il preparato, chiamato “Lyme Block”, dovrebbe favorire un elevato controllo del rischio di infezione, anche nell’eventualità di punture infette.

Nei programmi di ricerca vi è inoltre l’intendimento di “esplorare il potenziale della proteina come trattamento per le infezioni che non rispondono agli antibiotici”.

 

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fonte immagine:https://www.nbcboston.com/news/local/mit-lyme-disease-research/3322174/