Lyme: la voce di pazienti e caregiver
11 aprile 2022Morso di zecca: 5 consigli per evitarlo
25 aprile 2022Secondo i dati ufficiali tra il 2017 e il 2020 si sono verificati in totale 103 casi di TBE, di cui 100 nel Triveneto, con una media (tasso di incidenza) di 0,35 casi per 100mila abitanti.
Il report italiano risulta molto al di sotto dei valori registrati in:
- Austria (399 casi)
- Slovenia (366 casi)
- Svizzera (377 casi segnalati solo nel 2018).
Le cifre nazionali tuttavia necessitano di un chiarimento.
Cosa dicono i dati italiani
I numeri divulgati dal Ministero della salute tengono conto solo dei casi di TBE caratterizzati dal coinvolgimento del sistema nervoso centrale (meningite e/o encefalite), pari al 20-30% dei casi reali di malattia, ma non riportano le infezioni da TBE-virus:
- a guarigione spontanea (circa un terzo).
- con decorso modesto (febbre moderata e sintomi simil-influenzali).
La rilevazione dei dati, inoltre, non è ottimale perché avviene attraverso due fonti: il database di notifica obbligatoria dei casi di TBE e le dimissioni ospedaliere, non sempre integrati tra loro. Di conseguenza la statistica nazionale non riesce a intercettare un'ampia quota di pazienti (secondo alcune stime fino al 45%).
È quindi ragionevole ipotizzare che le cifre ufficiali contengano una decisa sottostima dei casi di encefalite da zecche nel territorio italiano e soprattutto nelle aree endemiche del nord-est.
Le valutazioni attendibili
Un recente studio dell’ASL di Reggio Emilia stima in 152 casi all’anno il carico effettivo delle infezioni da TBE-virus registrate nel solo Triveneto tra il 2017 e il 2020.
Sottolinea inoltre l’esistenza di focolai di iper-endemicità in alcune zone montane della Provincia Autonoma di Trento, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia per la combinazione di due fattori:
- si tratta di habitat ideali sia per le zecche, sia per gli ospiti abituali del virus della TBE (roditori e soprattutto ungulati),
- sono mete di villeggiatura per turisti italiani e stranieri.
Di conseguenza si tratta di aree dove il virus della TBE circola fortemente e c’è una elevata probabilità di venire a contatto con zecche infette.
Una malattia potenzialmente grave
La trasmissione del TBE-virus avviene attraverso la saliva di una zecca infetta entro pochi minuti dalla puntura.
Nella maggior parte dei casi provoca una infezione non grave, ma nel 20-30% delle persone infettate il virus penetra nel sistema nervoso centrale e causa forme severe di malattia (meningite e/o encefalite).
In circa l’1-2% dei casi può generare gravissime complicanze polmonari o circolatorie fino a rivelarsi mortale.
Le sequele di lungo periodo
La TBE può anche lasciare serie conseguenze, rappresentate da deficit:
- neurologici (problemi di movimento),
- cognitivi (difficoltà di concentrazione, disturbi della memoria e dell’apprendimento),
- neuropsicologici (irritabilità, alterazioni dell’umore e del carattere),
con un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti e sulle capacità lavorative.
Le raccomandazioni
Dato il decorso clinico potenzialmente grave della malattia, l'assenza di qualsiasi cura specifica e il fatto che molti pazienti non guariscono completamente la TBE è considerata un problema di salute pubblica sempre più preoccupante.
Il mezzo migliore per prevenirla è la vaccinazione che ha un elevato effetto protettivo (95% circa dopo il completamento del ciclo vaccinale di base – 3 dosi) e di norma è ben tollerata.
Il Ministero della salute (Piano Nazionale di Vaccinazione e Prevenzione) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano la vaccinazione a quanti risiedono e lavorano nelle aree endemiche ed a quanti visitano ambienti rurali o forestali nelle stesse aree.
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Fonte immagine: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8880353/