Il monitoraggio sottolinea la presenza dell’Ixodes ricinus dalla Scandinavia al Nord Africa, con punte elevate in Europa centrale, Francia, Spagna, Italia, Balcani, Europa dell’Est e Algeria.
Le segnalazioni
I dati diffusi dalle autorità comunitarie risalgono a fine agosto 2023 e rispetto al rilevamento precedente (febbraio 2023) rimarcano la diffusione:
- della zecca dei boschi (Ixodes ricinus) in 2.618 nuove aree dislocate a Nord e Sud del continente europeo,
- della zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus) in 103 nuove zone del perimetro UE e del Nord Africa,
- della zecca gigante (Hyalomma marginatum) in 63 nuovi siti della Spagna meridionale e dell’Algeria.
I dati indicano anche una riduzione della zecca Dermacentor, primario vettore di infezioni di interesse veterinario, ma con nuove aree di presenza in Francia, Germania, Polonia, Ucraina e Russia.
Le conseguenze sulla salute
Le rilevazioni europee sottolineano un prevedibile aumento dei casi di:
- malattia di Lyme e coinfezioni
- encefalite da zecche (Tbe)
a seguito della sempre più estesa e capillare distribuzione della zecca dei boschi.
Segnalano inoltre il possibile e preoccupante propagarsi della febbre emorragica di Crimea-Congo – già responsabile di casi mortali in Spagna – per effetto dell’ampliata distribuzione geografica delle zecche Hyalomma.
Le previsioni
La modellazione dei dati suggerisce ipotesi non rosee per il futuro.
A parere della rete di sorveglianza europea i cambiamenti climatici, i cambiamenti nell’uso del suolo e i cambiamenti in atto nella fauna selvatica suggeriscono una sempre maggiore diffusione di varie specie di zecca in Europa e nei territori contermini, rendendo necessario:
- un attento monitoraggio del territorio della UE,
- l’adeguamento dei piani di sorveglianza e prevenzione in ambito comunitario e dei singoli Paesi a tutela della salute pubblica,
- l’importanza di promuovere campagne informative su vasta scala per sensibilizzare i cittadini sui rischi correlati al morso di zecca e sulle misure utili a prevenirli.
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