Lo studio analizza gli effetti del Kundalini Yoga, una “pratica contemplativa che integra movimento, respirazione e meditazione”, già impiegata nel trattamento di altre condizioni croniche con sintomi di affaticamento, dolore, disturbi del sonno, disagio psicologico, ansia e deterioramento cognitivo, comuni anche alla malattia di Lyme post trattamento (PTLDS).
I risultati
La ricerca presenta i benefici ottenuti dai 29 partecipanti che hanno seguito le 8 settimane di attività previste dal programma.
I dati raccolti evidenziano che le pratiche del Kundalini Yoga hanno prodotto benefici nella gestione del dolore, pur non potendolo risolvere e un “miglioramento significativo delle capacità cognitive” riferite a:
- memoria
- attenzione
- velocità di elaborazione conoscitiva.
Ha rilevato inoltre nei partecipanti:
- una sensibile attenuazione dei sintomi di “nebbia cerebrale”
- una riduzione del carico di sintomi persistenti
- una complessiva percezione di “sentirsi meglio”.
Il percorso seguito
I partecipanti, suddivisi in piccoli gruppi (di 4 o 6 persone), si sono incontrati una volta alla settimana per 8 settimane per completare sessioni di pratica Kundalini Yoga di un’ora e mezza ciascuna.
Le sessioni sono state condotte da un ricercatore medico e da un istruttore certificato.
Ogni partecipante ha inoltre completato a casa le attività, documentando ogni giorno la durata della pratica attuata, pari a circa 35 minuti.
Cosa segnala la ricerca
Lo studio della Columbia University contiene diversi elementi di novità.
È il primo a esplorare un intervento comportamentale quale supporto terapeutico nella gestione della malattia di Lyme persistente.
Descrive un intervento “sicuro, accessibile ed economico”, basato su yoga e meditazione, come “potenzialmente efficace nel ridurre alcuni dei sintomi principali” della PTLDS.
Dimostra che l’attività di gruppo può risultare coinvolgente e in grado di fornire un significativo sostegno psicologico, mentale ed emotivo ai partecipanti, aiutandoli a sviluppare resilienza alle difficoltà poste dal perseverare dei disturbi.
Indica la strada per ulteriori sperimentazioni cliniche su vasta scala, finalizzate a raccogliere informazioni e dati obiettivi sulla tipologia e l’entità dei possibili benefici associati alle pratiche meditative quale terapia complementare della malattia di Lyme post trattamento.
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Fonte immagine: https//fitelo.co