Lyme, gli effetti del riscaldamento globale

L’insidia si nasconde in giardino
27 settembre 2021
Lyme, la malattia dai 100 sintomi
11 ottobre 2021
Nel 2021, dopo una pausa di quattro anni, l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente (Environmental Protection Agency - -EPA) ha pubblicato il nuovo rapporto sul clima, inserendo la malattia di Lyme tra i 54 indicatori del riscaldamento globale.

I dati considerano l’aumento della temperatura come uno dei fattori che più influenza la trasmissione, la distribuzione e l’incidenza della malattia.

Gli effetti del caldo

Gli studi scientifici attribuiscono al cambiamento climatico:

- la proliferazione di zecche in habitat sempre più ampi

- l’allungamento dei periodi in cui sono attive nella ricerca dell’ospite da parassitare.

Gli stessi studi collegano l’aumento esponenziale delle popolazioni di zecche alla crescita della malattia di Lyme nel territorio americano, segnalando che:

- nel 1991 i casi erano 3,74 ogni 100.000 abitanti

- nel 2018 i casi sono diventati 7,21 ogni 100.000 abitanti

- attualmente si registrano 300/400 mila nuovi casi ogni anno e il numero è destinato ad aumentare.

Le previsioni

L’Agenzia americana non è ottimista per il futuro e calcola che la temperatura superficiale della terra continuerà ad aumentare almeno fino alla metà del secolo, favorendo la distribuzione delle zecche anche in zone finora considerate ostili alla loro sopravvivenza.

Prevede inoltre che le zecche prolungheranno di anno in anno il periodo di attività, aumentando il rischio di esposizione al loro morso.

Di conseguenza ipotizza un cambiamento dei modelli geografici e stagionali della malattia di Lyme, inevitabilmente destinata a diffondersi.

Per approfondire:

clicca qui