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La malattia di Lyme negli animali da compagnia è poco indagata nonostante rappresenti una minaccia concreta soprattutto per i cani. Alcune razze, in particolare, sembrano avere una maggiore suscettibilità all'infezione, risultando spesso positive agli anticorpi contro la Borrelia, agente causale della malattia.

Lo rivela uno studio dell’Università Lusófona di Lisbona (Portogallo), pubblicato lo scorso 11 settembre sulla rivista internazionale Veterinary Research Communications.

 

La mappa del rischio

 

Secondo i ricercatori portoghesi la maggior parte dei cani positivi alla Borrelia è concentrata nell’Europa settentrionale e orientale.

I tassi di sieropositività più alti si registrano in Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Slovenia, Svezia e Svizzera.

Tassi più bassi invece sono segnalati in Andorra, Croazia, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Portogallo, Romania e Spagna.

 

Serbatoi silenziosi di malattia

 

Lo studio sottolinea che i cani sieropositivi alla Borrelia possono non mostrare segni clinici di malattia ed essere serbatoi silenziosi d’infezione.

Da qui l’importanza di:

- controllarli con regolarità

- rimuovere subito eventuali zecche trovate sul mantello

- riconoscere i segni e sintomi che possono far sospettare la malattia di Lyme.

 

Come individuare le zecche nei cani

 

L’unico modo per verificare se i cani hanno le zecche è visualizzare i parassiti negli animali.

Mentre è relativamente semplice individuare zecche adulte e congeste di sangue (perché aumentano notevolmente le dimensioni), meno facile è trovare sul cane larve o ninfe, difficili da riconoscere perché microscopiche.

Occorre quindi cercare piccoli rigonfiamenti (simili a minuscoli noduli), prestando particolare attenzione ad alcuni punti “sensibili”, come: orecchie, occhi, muso, collo, zampe, coda e zona perineale.

Va ricordato inoltre che il tempestivo allontanamento delle zecche interrompe l’eventuale trasmissione di agenti infettivi e può rappresentare una efficace misura protettiva.

 

I segni clinici a cui fare attenzione

 

La presentazione della malattia di Lyme nei cani può avvenire in modo poco specifico.

Di solito (ma non sempre) inizia con un arrossamento cutaneo transitorio, chiamato eritema migrante, che si sviluppa intorno alla sede del morso di zecca. Riportato anche nell'uomo, questo segno è purtroppo difficile da rilevare nei cani, in particolare quando il pelo è molto folto.

Altri sintomi di malattia sono:

- febbre, talora intermittente

- ingrossamento dei linfonodi

- perdita dell’appetito

- dolori muscolari

- affaticamento e stanchezza

- zoppia per paralisi degli arti o per artrite (tarso e carpo sono le articolazioni più colpite)

- congiuntivite.

Meno di frequente sono presenti anche: insufficienza renale, miocardite e segni neurologici con conseguenti cambiamenti nel comportamento (aggressività, convulsioni).

 

La diagnosi

 

Anche nei cani, come per l’uomo, il riconoscimento della malattia di Lyme va effettuato tramite una combinazione di:

- segni clinici

- fattori epidemiologici (presenza/diffusione della malattia nella zona geografica di riferimento)

- storia di esposizione alle zecche

- esclusione di altre malattie

- test sierologici per rilevare la presenza di anticorpi specifici contro la Borrelia.

Gli anticorpi possono essere rilevati dai test3-5 settimane dopo l'infezione. Prima di tale periodo la risposta immunitaria è scarsa e gli esami possono dare risultati falsamente negativi.

 

La prevenzione

 

Lo studio dell’Università di Lisbona raccomanda di usare misure efficaci per prevenire le infezioni da zecche nei cani.

Tali misure comprendono l’impiego di repellenti e antiparassitari.

I repellenti hanno lo scopo di tenere lontane le zecche, gli antiparassitari di svolgere un’azione tossica e sopprimere i parassiti resistenti all’azione del repellente.

Esiste anche la possibilità di una protezione vaccinale, di solito riservata a specifiche situazioni di rischio.

La scelta della profilassi dipende da diversi fattori, tra cui: la taglia e l’età del cane, l’ambiente in cui vive, la zona geografica dove abita, le abitudini (se dorme all’aperto, in luogo protetto o in compagnia di altri animali), particolari intolleranze ad alcuni farmaci.

È quindi consigliabile scegliere i prodotti dopo aver consultato un veterinario, che saprà dare i migliori consigli sul tipo di prevenzione, oltre che sulle modalità e i tempi di applicazione dei trattamenti.

 

I luoghi e le stagioni in cui le zecche sono più attive

 

Oltre che nei boschi situati a varie altitudini, le zecche sono comunemente presenti nelle aree cespugliose, nei prati incolti, fra i cumuli di foglie secche. Si possono trovare anche nei giardini, nei prati e nei parchi delle aree urbane e suburbane.

Sono in grado di resistere a diverse temperature e, in caso di inverni miti, possono restare attive tutti i mesi dell’anno, con picchi di attività soprattutto in primavera e in autunno (anche inoltrato).

Dopo un’escursione nella natura e negli spazi verdi cittadini è sempre consigliabile ispezionare il proprio cane, rimuovere con prontezza le zecche trovate e segnalare al veterinario di fiducia eventuali sintomi comparsi nelle settimane successive.

L’attività di controllo serve a proteggere non solo la salute dell’animale, ma anche quella del proprietario e dei suoi familiari che potrebbero venire a contatto con le eventuali zecche portate in casa dal cane e incorrere a loro volta in infezioni subdole e potenzialmente gravi.

 

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