La ragione del suo ottimismo è la scoperta dell’igromicina A, una molecola in grado di distruggere l’agente infettivo della malattia (Borrelia burgdorferi), ma innocua per altri batteri e per gli animali.
I poteri dell’igromicina A
Lewis ha pubblicato le sue ricerche sulla rivista Cell del 14 ottobre, sottolineando due importanti risultati:
- l’igromicina A ha eliminato l'infezione nei topi dopo 5 giorni di trattamento, senza provocare effetti collaterali indipendentemente dalle dosi,
- l’igromicina ha dimostrato di funzionare perché è simile ai nutrienti essenziali di cui si ciba la borrelia. Se la borrelia tentasse di modificarsi geneticamente per impedire all'igromicina di funzionare, “bloccherebbe anche la sua capacità di nutrirsi”.
Fiducia nel futuro
Secondo Lewis l’igromicina A potrà aprire la strada a una nuova generazione di farmaci, alternativi agli antibiotici con cui oggi si cura la malattia di Lyme.
Non solo.
Si potranno anche “somministrare esche igromicina agli animali-serbatoio di Borrelia (topi di bosco) così da eliminare l’infezione all’origine e, almeno in teoria, eradicare la malattia di Lyme da intere aree o addirittura da interi paesi”.
La prossima estate dovrebbero iniziare i test clinici per verificare gli effetti dell’igromicina A sugli esseri umani.
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