Zecche: simbolo di resilienza naturale

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Le zecche sono in grado di sopravvivere a eventi meteorologici estremi, anche accompagnati da periodi di gelo intenso.

Lo rivela uno studio dell’Università di Hannover (Germania) che dimostra la capacità dell’Ixodes ricinus (la comune zecca dei boschi) di superare un’inondazione seguita dal congelamento della superficie dell’acqua e di riprendere la ricerca dell’ospite non appena normalizzate le condizioni meteo-ambientali.

 

Gli eventi analizzati dallo studio

 

Tra dicembre 2023 e gennaio 2024 la Germania settentrionale è stata colpita da forti piogge, responsabili di inondazioni diffuse anche in diverse aree della città di Hannover.

Una di queste aree, situata vicino al fiume Leine, è stata sommersa per almeno 50 centimetri dal 25 dicembre 2023 al 19 gennaio 2024 (25 giorni). In tale periodo si sono verificati anche due episodi di freddo intenso che hanno causato il congelamento della superficie dell'acqua (dal 10 al 12 gennaio e dal 17 al 19 gennaio 2024).

A partire dal successivo 7 febbraio, dopo soli 20 giorni dalla cessazione dell’evento alluvionale, sono stati raccolti nella zona diversi esemplari di zecche Ixodes ricinus in piena attività.

 

Le scoperte

 

L'inondazione e la comparsa di ghiaccio sulla superficie dell’acqua hanno avuto un impatto minimo sull'abbondanza di zecche ixodide, indicando:

- la loro capacità di restare in vita sott'acqua

- la loro straordinaria resilienza, adattandosi a eccezionali condizioni climatico-ambientali.

Poiché le Ixodes ricinus rappresentanoi più importanti vettori della malattia di Lyme, dell’encefalite da zecche (Tbe) e di altre numerose co-infezioni in Europa, la loro sopravvivenza a fenomeni estremi indica che possono rappresentare un potenziale rischio di infezione anche dopo intense calamità naturali.

 

Le verifiche

 

I ricercatori tedeschi continueranno il monitoraggio del sito allagato per accertare se gli eventi dell’inverno scorso possono indurre effetti a lungo termine nelle zecche dell’area.

In particolare verificheranno se le modifica dell’habitat naturale andranno a influenzare la fauna selvatica dell’area e la disponibilità di ospiti in grado di infettare le zecche (es. topi di bosco).

Lo scopo è far luce su come un evento meteorologico estremo possa condizionare il rischio di esposizione agli agenti patogeni.

 

Sfatati tre falsi miti

 

Indirettamente lo studio demolisce tre credenze molto diffuse:

- le zecche muoiono con il freddo (in realtà per ucciderle servono temperature che si protraggono al di sotto dei -20 gradi centigradi)

- le zecche non sopravvivono sott’acqua (al contrario sono molto resistenti e possono sopravvivere per tempi relativamente lunghi sott’acqua)

- le zecche vanno “in letargo” durante l’inverno (il fenomeno, noto come diapausa, è fortemente condizionato dai cambiamenti climatici: inverni poco freddi e umidi rendono le zecche attive praticamene tutto l’anno).

 

 

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