Uno studio pubblicato nei giorni scorsi su Pathogens e condotto in Croazia orientale tra il 2023 e il 2025 evidenzia un’ampia diffusione di zecche nei parchi urbani e segnala un elevato rischio per la salute umana.

Le ricerche, effettuate nelle città di Osijek, Vukovar e Vinkovci, mostrano che la specie più comune è l’Ixodes ricinus (zecca dei boschi), principale vettore della malattia di Lyme e dell’encefalite da zecche (TBE).

Alta densità di zecche nel verde delle città

I ricercatori hanno raccolto oltre 700 zecche in habitat cittadini, rilevando una concentrazione più alta nei punti di contatto tra parchi urbani e aree naturali o rurali.

La zecca dei boschi è risultata la più diffusa a Osijek (oltre il 90% degli esemplari trovati) e a Vinkovci (circa il 70%), mentre a Vukovar si è rivelata prevalente la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus). Entrambe le specie sono serbatoi e vettori di vari agenti patogeni.

Le zone ai margini cittadini hanno inoltre evidenziato una densità maggiore di zecche, spiegata con:

–             la proliferazione di fauna selvatica, ospite comune di zecche

–             la facilità di contatto tra fauna selvatica, persone e animali domestici.

Conferme da altre città europee

Lo studio croato conferma risultati simili a quelli ottenuti in diverse città europee, tra cui Stoccolma, Berlino, Hannover, Budapest, Varsavia, Bristol e Southampton.

Anche in queste località sono state trovate zecche in parchi e aree ricreative urbane insieme alla presenza di animali selvatici, favorita da disponibilità di cibo, temperature più miti e assenza di predatori.

Impatto sulla salute pubblica

Per i ricercatori, la diffusione di zecche nei parchi urbani:

–             aumenta il rischio di trasmissione di virus, batteri e parassiti responsabili di malattie serie e in alcuni casi anche gravi

–             può avere conseguenze epidemiologiche rilevanti nelle città, con la nascita di focolai d’infezione.

Prevenzione e consapevolezza

I risultati dello studio sottolineano che non solo le zone boschive, ma anche le aree verdi urbane espongono al rischio di morsi di zecca. Frequentare i parchi cittadini, passeggiare con il cane, svolgere attività ricreative all’aperto può quindi esporre a punture infettanti e potenzialmente pericolose.

Gli autori segnalano infine che l’abbondante diffusione negli habitat urbani della zecca dei boschi (Ixodes ricinus), principale vettore della malattia di Lyme e del virus TBE, “può rappresentare un rischio significativo per la salute umana” e causare un aumento dei casi di infezione.

Per approfondire clicca qui

L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato i dati sui casi di encefalite da zecche (Tbe) registrati dal 1° gennaio al 23 settembre 2025. Complessivamente sono 39 e si riferiscono alle sole forme di «infezione neuro-invasiva», responsabile di serie complicanze a carico del sistema nervoso centrale.

La potenziale gravità della Tbe è confermata da un decesso e dall’ampio strascico di conseguenze a lungo termine che si accompagna ai casi più severi: memoria compromessa, mal di testa, concentrazione ridotta, problemi di equilibrio e di coordinazione, difficoltà nei movimenti.

Triveneto l’area più colpita

La maggior parte dei casi di encefalite da zecche accertati nel 2025 appartiene al Nord-Est italiano, che si conferma territorio endemico per la Tbe.

In cima alla classifica c’è il Trentino Alto-Adige con 16 casi (14 nella Provincia Autonoma di Trento e 2 nella Provincia Autonoma di Bolzano), seguito da:

Esenti invece da contagi tutte le regioni del Sud.

L’andamento stagionale

Anche quest’anno l’encefalite da zecca ha mostrato un caratteristico andamento stagionale.

Il picco delle infezioni si è verificato a luglio, con 18 casi, diventati 30 ad agosto  e 39 al 23 settembre.

I numeri potrebbero tuttavia aumentare in conseguenza dell’intensa attività delle zecche nel periodo autunnale.

Il confronto con il 2024

Rispetto alla rilevazione del 2024 non c’è uno scostamento significativo di casi:

PeriodoN.ro di casiPeriodoN.ro di casi
Luglio 202419Luglio 202518
Agosto 202412Agosto 202512
Settembre 2024  9Settembre 2025 (fino al 23 settembre)  9
Totale40Totale39

L’importanza della prevenzione

Per la Tbe non esiste una cura specifica, ma sono possibili solo trattamenti di supporto e nei casi più severi è necessario il ricovero in ospedale.

È tuttavia possibile prevenire la malattia con la vaccinazione, consigliata dalle autorità sanitarie delle Regioni più colpite e in vari casi sostenuta con programmi vaccinali gratuiti per i residenti e per soggetti appartenenti alle categorie più a rischio.

I sintomi da non sottovalutare

Dopo un morso di zecca o attività all’aperto in zone endemiche, occorre prestare attenzione alla comparsa di sintomi simil-influenzali come:

Vanno segnalati tempestivamente al medico (insieme al morso di zecca): il loro riconoscimento è fondamentale per una diagnosi precoce.

Per approfondire clicca qui

Escursione nel Bellunese finisce con un ricovero per TBE: il caso di una donna trevigiana e i rischi a lungo termine.

Una 45enne della provincia di Treviso è ricoverata all’ospedale Ca’ Foncello per meningoencefalite da zecche (TBE) dopo un’escursione nel Bellunese. Le sue condizioni sono in miglioramento, ma il caso riaccende i riflettori sui rischi della TBE e sulle possibili sequele persistenti.

Cos’è la TBE e perché è pericolosa

La TBE (Tick-Borne Encephalitis) è una malattia virale trasmessa principalmente dal morso di zecche infette. Può presentarsi con i sintomi dell’influenza e regredire in pochi giorni o complicarsi e causare sintomi severi, lasciando talvolta deficit di lunga durata o addirittura permanenti.

Una recente studio pubblicato da Open Forum Infectious Diseases ha fatto il punto sugli esiti prolungati ed esaminato le conseguenze dell’infezione dopo la dimissione ospedaliera in diverse fasce di età.

I sintomi e le sequele a lungo termine

Quando l’encefalite da zecche (TBE) colpisce il sistema nervoso può causare una varietà di sintomi neurologici, neuropsichiatrici o altre sequele persistenti, più comuni negli adulti rispetto ai bambini.

Gli adulti mostrano spesso:

Anche se più rare, le conseguenze della TBE nei bambini possono compromettere sviluppo cognitivo e rendimento scolastico, sottolineando l’urgenza di ulteriori studi su durata, impatto e caratteristiche degli effetti a lungo termine.

Prevenzione della TBE nel Bellunese e nelle aree endemiche

Per ridurre il rischio di infezione gli esperti raccomandano, durante le attività all’aperto, di:

La strategia di prevenzione più efficace nei confronti dell’encefalite da zecche resta la vaccinazione, consigliata soprattutto a quanti risiedono o frequentano zone endemiche come il Nord-Est italiano.

Il recente caso bellunese sottolinea l’importanza di non sottovalutare la TBE: una malattia in espansione, potenzialmente grave e in grado di lasciare sequele a lungo termine che possono compromettere la qualità di vita.

Per approfondire clicca qui

Pubblicato il: Novembre 24, 2025

Lyme in Sardegna: un rischio silente

Pubblicato il: Novembre 3, 2025

Record di casi di Lyme e TBE in Repubblica Ceca

Pubblicato il: Ottobre 27, 2025

Lyme: sovradiagnosi o sottodiagnosi?

Showing 1 - 9 Of 2741 2 3 35 Last