Quanto tempo impiega una zecca infetta per contagiare l’uomo? In alcuni casi bastano poche ore e più resta attaccata alla pelle, più crescono le possibilità di infezione.
Per la diagnosi della malattia di Lyme occorrono gli esami del sangue? Quando si devono fare? Come si leggono i risultati?
È stabile l’andamento dell’encefalite da zecche (Tbe) in Italia.
In autunno le zecche sviluppano un nuovo picco di attività. Le temperature ancora miti, l’aumento delle precipitazioni piovose e la presenza di rugiada che umidifica prati e boschi diventano condizioni ottimali perché si mettano in cerca di un ospite sul quale sfamarsi.
Un webinar farà il punto sugli aspetti clinici, diagnostici e terapeutici della malattia di Lyme, l’infezione più diffusa dal morso di zecca e in continua crescita nonostante la pandemia.
Gli studi disponibili sulla malattia di Lyme in gravidanza indicano che effetti avversi per il nascituro sono piuttosto rari, pur documentando la trasmissione materno-fetale della Borrelia, il battere responsabile dell’infezione.
Il 20 e 21 novembre 2020 si terrà l’8° congresso nazionale sulla Malattia di Lyme, promosso congiuntamente dal Gruppo Italiano per lo Studio della Malattia di Lyme (GISLM) e dall’Associazione Lyme Italia e coinfezioni. Per la prima volta l’appuntamento si svolgerà in forma interattiva su internet, invece che dal vivo, e avrà come tema l’aggiornamento scientifico sulla borreliosi, che si sta sempre più confermando una infezione emergente sia a livello mondiale, sia nel territorio nazionale.
Le zampe zebrate hanno fatto pensare a una nuova specie di zecca, di origine tropicale, da poco comparsa in Italia. In realtà si tratta di “Hyalomma marginatum”, un tipo di zecca endemico nei paesi mediterranei e la cui presenza in Italia è conosciuta da tempo.
A livello scientifico non esiste la definizione di malattia di Lyme cronica. È tuttavia vero che, in una piccola percentuale di casi, i sintomi possono persistere anche dopo il trattamento con antibiotici, lasciando una lunga scia di disturbi (affaticamento marcato, maggior sensibilità al dolore, disturbi del sonno, confusione mentale e difficoltà cognitive), la cui durata può protrarsi a lungo nel tempo.
L’apertura della stagione venatoria ripropone il problema delle zecche sia per i cacciatori, sia per i loro cani. Per quanto il problema sia conosciuto e difficile da risolvere, ci sono delle buone abitudini in grado ridurre le possibilità di contatto con le zecche e contenere gli effetti del loro morso.