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Tra le misure di protezione personale per evitare i morsi di zecca i CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention) hanno inserito il lavaggio degli indumenti usati nelle attività all’aperto, raccomandando di metterli poi in asciugatrice almeno per un’ora. La motivazione è che “le zecche rimaste sui vestiti possono facilmente essere introdotte in casa e mordere”, contribuendo così alla diffusione di infesioni insidiose, complesse e talora serie, come la malattia di Lyme e la Tbe.
Un morso di zecca o una puntura di una zanzara possono rivelarsi più di un semplice fastidio e diventare un problema di salute. Zecche e zanzare possono infatti trasmettere diverse malattie, in alcuni casi anche serie. Per proteggersi da questi rischi è consigliato l’uso di repellenti da applicare sulla pelle. Ma come sceglierli? In che modo usarli? Quali funzionano?
Con l’arrivo dell’estate quanti frequentano le zone di montagna devono tener conto dell’elevata presenza di zecche anche a quote medio-alte ed essere consapevoli dei rischi per la salute.
La provincia di Belluno si conferma ad alto rischio Tbe (encefalite da zecche). I due casi accertati ad aprile 2024 sono lievitati a 10 nella prima metà giugno e potrebbero aumentare ancora nelle prossime settimane. Luglio infatti è il mese che tradizionalmente registra il picco più alto di malattia.
La nota rivista medica The Lancet Infectious Diseases ha pubblicato gli studi della seconda fase di sperimentazione clinica del candidato vaccino VLA-15, sviluppato da Valneva e Pfizer per prevenire la malattia di Lyme. I risultati dei test condotti su 821 volontari hanno dato prova che il VLA-15 è “sicuro, ben tollerato e in grado di suscitare robuste risposte anticorpali” contro i batteri di Lyme.
La tecnologia elettromagnetica è utilizzata da diversi anni nella medicina estetica. Uno recente studio pubblicato sul Journal of Cosmetic Dermatology presenta alcune prove della sua utilità anche nella malattia di Lyme, in particolare nel trattamento dei sintomi persistenti.
Un test sulle urine “in grado di rilevare i batteri (Borrelia) che causano la malattia di Lyme e di confermare l’infezione subito dopo il morso di zecca”. È l’innovativa tecnica a cui stanno lavorando i ricercatori dalla George Mason University, in Virginia (USA).
In Friuli Venezia Giulia desta preoccupazione la significativa presenza di “zecche giganti” o “zecche marginate” (Hyalomma marginatum), individuata sull’altopiano del Carso dai ricercatori del Museo di storia naturale di Trieste. Non è la prima volta che questi esemplari di zecche sono segnalati in Italia, ma “in passato si è trattato di ingressi indiretti, come ospiti di uccelli migratori o di animali vivi trasportati verso i macelli. In questo caso si tratterebbe invece dell'insediamento di una popolazione stabile”.
Non è chiaro perché alcune persone sviluppano la malattia di Lyme in modo lieve e altre in forma seria e persistente. La causa potrebbe trovarsi nei geni del DNA. Un gruppo di ricerca olandese ha individuato infatti una variante genetica che predispone alla malattia e ne prolunga la durata.