A differenza delle punture di vespe, tafani, api e zanzare il morso di zecca è indolore e non dà prurito. Può tuttavia provocare una temporanea infiammazione della pelle, della durata di giorni o settimane.
L’Ulss Dolomiti ha autorizzato uno studio pilota per valutare quali e quante malattie trasmesse da zecche costituiscono una minaccia professionale per i lavoratori impegnati in attività rurali, boschive e a contatto con la fauna selvatica.
In Lombardia si espande una nuova specie di zecca. Il suo nome scientifico è Dermacentor reticulatus e rappresenta una seria minaccia veterinaria e per la salute pubblica.
Uno studio dell’Università di Copenaghen indica l’utilità di utilizzare Google e i suoi strumenti per monitorare la diffusione delle zecche e delle malattie da loro trasmesse.
Le zecche sono normalmente presenti nei campi di calcio situati in prossimità di aree verdi.
Lo segnala un’indagine condotta in Germania: su 32 impianti sportivi vicini a parchi e ambienti naturali, ben 29 sono risultati infestate da zecche.
Nel Nord-Est italiano una zecca su tre è infetta e in grado di trasmettere uno o più agenti patogeni con un singolo morso.
Lo rivela uno studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) i cui risultati sono stati pubblicati lo scorso 10 ottobre.
Le alte temperature di questi giorni sono un chiaro segnale che il clima sta cambiando e mentre gli esperti lanciano segnali di allarme sulle conseguenze per il pianeta, uno studio dell’università tedesca di Goethe (Francoforte sul Meno) rivela che le zecche ne avranno beneficio.
Il virus della temuta Febbre emorragica di Crimea Congo (CCHF-Crimean Congo Haemorrhagic Fever) si è introdotto in Italia, probabilmente con l’arrivo di zecche infette (soprattutto del genere Hyalomma) trasportate da uccelli migratori provenienti da aree dove la malattia è endemica.
Un report scientifico pubblicato lo scorso 24 settembre sulla rivista Nature indica un decorso più severo dell'infezione da Covid-19 in pazienti con storia di malattia di Lyme.